martedì 31 ottobre 2017

RECENSIONE | DOMINO LETTERARIO | "The Night Circus" di Erin Morgenstern

Buongiorno lettori! Felice Halloween a tutti voi! Quanti stasera si vestiranno per andare a spaventare i vicini di casa? Io purtroppo quest'anno salto, niente feste per me... mi rifarò a Capodanno con gli interessi!

Ma veniamo a noi! Oggi per festeggiare partecipo al Domino Letterario del mese di ideato da Clarissa di Questione di libri e vi propongo la recensione di The Night Circus di Erin Morgenstern, che ho riletto di recente e che voglio condividere con voi!

The Night Circus
di Erin Morgenstern
Ed: Random UK - 512 pagine
Brossura ita: 10.20 euro - Brossura eng: 7.71 euro

The circus arrives without warning. It is simply there, when yesterday it was not. Against the grey sky the towering tents are striped black and white. A sign hanging upon iron gates reads:
Opens at Nightfall
Closes at Dawn
As dusk shifts to twilight, tiny lights begin to flicker all over the tents, as though the whole circus is covered in fireflies. When the tents are aglow, sparkling against the night sky, the sign lights up:
Le Cirque des Rêves
The Circus of Dreams
The gates shudder and unlock, seemingly by their own volition. They swing outward, inviting the crowd inside.
Now the circus is open
Now you may enter

Molto bello!

Con The Night Circus personalmente ho uno stranissimo rapporto. Lo lessi la prima volta quando uscì e non lo amai per niente: trovavo fosse scontato, che si riempisse di belle parole e di immagini potenti senza in realtà avere molta sostanza. Tuttavia già all'epoca ero arrabbiata con me stessa per non averlo apprezzato: riconoscevo le potenzialità e mi infastidiva tantissimo che non mi fosse piaciuto. Ripromettendomi di leggerlo di nuovo, ho colto l'occasione del Domino Letterario e mi ci sono dedicata di nuovo. Questa seconda lettura me lo ha fatto amare moltissimo!

L'elemento magico la fa da padrone. Io adoro la magia e i libri che ne parlano, anche se ultimamente trovo che le storie si somiglino sempre più tra loro. In The Night Circus la magia è completamente diversa da quanto ho visto fino ad ora: si dispiega all'interno del circo, nei diversi tendoni e nelle attrazioni, che quindi regalano una ventata di novità al genere.

L'ambientazione è a sua volta tra le mie preferite: abbastanza legata al genere storico, ma non dipendente da esso, suggerisce scenari steampunk e fiabeschi allo stesso tempo. Mi piace moltissimo, pur facendo parte di un filone narrativo usato e stra usato riesce comunque a risultare nuovo, molto diverso da quanto abbiamo letto fino ad ora. Inoltre per gli amanti del circo vittoriano questo libro è IL libro: ci sono stati momenti, durante la lettura, in cui avrei voluto mollare tutto e entrare anche io nel cast circense di The Night Circus.

Paradossalmente, i protagonisti sono i personaggi meno definiti. Pur avendo come protagonisti indiscussi i due sfidanti Marco e Celia, destinati a una costante gara di magia all'ultimo sangue, The Night Circus è un romanzo abbastanza corale, con numerosi personaggi più o meno approfonditi che tuttavia consentono al lettore di avere innanzitutto un quadro più completo della vicenda e soprattutto di osservare una maggiore veridicità della trama. I personaggi completano e rendono più viva la trama pincipale attraverso sottotrame che si intrecciano tra loro. Un po' come in Harry Potter, danno profondità alla storia rendendola plausibile e vera. Inoltre sono personaggi estremamente affascinanti, che tengono il lettore attaccato alle pagine.

Molto meno interessanti sono, secondo me, gli stessi Celia e Marco. Celia è forse maggiormente intrigante, ma entrambi sono stati caratterizzati in modo insufficiente. Anche per questo non avevo amato il romanzo alla prima lettura: Marco e Celia non hanno alcuna sostanza, sembra quasi che siano un semplice pretesto e che i veri protagonisti della storia siano il circo e le emozioni profonde che è in grado di regalare. I casi sono due: o l'autrice ha fatto un pessimo lavoro con Marco e Celia, non dando loro la giusta profondità, oppure ha fatto un vero colpo da maestro inserendoli nella storia come specchietto per le allodole, quando il vero fulcro è il circo stesso.

Lo stile mi è piaciuto molto: rapido, veloce e allo stesso tempo fiabesco. Non si perde in chiacchiere inutili, ma non lascia indietro le descrizioni quando esse sono necessarie. Molto interessanti in particolare le descrizioni delle varie tende del circo: sono passaggi molto onirici, poco dettagliati e tuttavia estremamente chiari, il lettore capisce al volo di cosa si parla senza che glielo si spieghi in modo troppo approfondito. Come se i luoghi del circo venissero solo accarezzati dalle parole, perché è così che deve essere: un circo dei sogni, che come un sogno non ha contorni definiti pur essendo perfettamente visibile e tangibile nella nostra mente.

Al termine di questa seconda lettura, quando ormai conoscevo il finale e potevo così concentrarmi meglio sui diversi passaggi e sulle scelte narrative, ho apprezzato questo libro molto di più. Quattro punti su cinque!

Per le altre tappe di questo Domino Letterario, ecco il calendario da seguire!

domenica 29 ottobre 2017

BLOGTOUR+GA | Halloween 2017 | DIY SPOOKY DECORATIONS


Lettori, buongiorno! Oggi siamo qui per un evento speciale, di cui vi avevo già anticipato qualcosa su Instagram... ebbene sì, è tempo di un blogtour con giveaway a tema Halloween! Per festeggiare il periodo più spooky dell'anno io e altre cinque blogger ci siamo radunate per chiecchierare con voi di questa meravigliosa ricorrenza. Su Hook a Book ieri abbiamo imparato qualcosa di nuovo sulle origini di questa festività, mentre oggi qui da me parliamo su come arredare la casa in modo creativo e nuovo!


UNA CENA A TEMA HALLOWEEN
L'autunno, con il suo clima crepuscolare, è perfetto per riunirsi intorno a un tavolo con gli amici, abbuffarsi di cibo caldo e calorico e bere ottimo vinello. In Romagna, da dove viene il lato paterno della mia famiglia, si usa mangiare castagne e cagnina, un vino dolce che va giù fin troppo bene. Nel rispetto delle tradizioni nostrane, diventa facilissimo organizzare e decorare la propria tavola con zucche ornamentali, che vendono anche nei supermercati a prezzi bassi, ragnatele posticce e tante candele!

DECORAZIONI ALL'ENTRATA DI CASA
Che viviate in una casa isolata, in un appartamento all'ultimo piano o in un sinistro maniero in campagna, la vostra porta è il biglietto da visita della vostra dimora: i Viaggiascrittori lo sanno bene! E quale modo migliore per annunciare a tutti che siete agguerriti e pronti per festeggiare che decorare l'entrata di casa? Potete farlo in mille modi diversi: a me piace avere una ghirlanda fatta di pigne, foglie autunnali e arancia essiccata, ma potete anche decidere di accendere candele e lanterne, oppure di usare uno zerbino a tema, di appendere piccoli fantasmi fatti con scampoli di stoffa tutto intorno allo stipite... c'è davvero l'imbarazzo della scelta, basta pochissimo e la vostra porta assumerà un tono molto autunnale e vivace! In alternativa c'è la zucca decorata...

JACK O'LANTERN
...e non c'è un modo solo per decorarla! Ricordatevi che potete sbizzarrirvi: zucche con un solo occhio, zucche di ispirazione Disney, zucche che sembrano pirati, zucche piene di dolci, piene di candele o piene di lustrini colorati. E perché non creare uno splendido villaggio degli gnomi nella vostra zucca? Ruth Meharg lo ha fatto ed è stepitoso!

GRIMORI E LIBRI DI MAGIA
Dato che siete su un blog che parla di libri, parliamo di libri! In particolare parliamo dei grimori, veri e propri manuali di know how che ciascuna strega ha accanto a sé. Se siete vere streghe sapete di cosa parlo e ne avete uno autentico con voi, ma se non lo siete non preoccupatevi: vi basta foderare (temporaneamente, ovvio!) qualche volume con carta anticata, pergamenata o anche con ritagli di stoffa che riprendano l'aspetto di un antico codice medievale e spargerli per la casa, sui tavoli, sulle mensole, sul vostro comodino, perfino sui gradini delle scale, un posto dove a me piace sempre lasciare oggetti decorativi!

I PARTECIPANTI AL BLOGTOUR
Vi lascio qui l'elenco delle tappe! Nei prossimi giorni seguite i nostri blog, troverete tanti post a tema e alla fine di ogni post c'è una sorpresa per voi!


IL GIVEAWAY
Siamo giunti alla fine di questo post, ma non preoccupatevi, la vera sorpresa arriva adesso! Che ne dite di un bel giveaway? Ebbene sì, io e le altre blogger mettiamo in palio per voi ben sei premi a sorpresa! Per partecipare seguite i passaggi del form che segue, potreste essere uno dei sei fortunati vincitori! Non posso dirvi in cosa consistono i premi, ma posso darvi un indizio... non sono maglioni!

sabato 28 ottobre 2017

Insta Glam #2 - Ottobre 2017

Rubrica mensile inventata da me in cui vi propongo 3 account
 Instagram da seguire assolutamente.

Buongiorno lettori! Bentornati ad una nuova puntata di Insta Glam. Le regole sono sempre le stesse, gli account sono diversi! Eccovi i miei tre preferiti del mese:

Direttamente dalla Finlandia, una ragazza che ama la lettura e che non si stanca mai di imparare. Conosce bene più di una lingua, ha viaggiato e conosce il mondo... e ha un gatto bellissimo!

Anche lei, come @bookish.paws, sta imparando l'italiano. Anche lei come noi di bookstagram ha una grande passione per i libri! Che ne pensate del suo feed? Non fa delle foto magnifiche?

@itsafestivaloffantasy 
Hannah è stupenda: ha diciotto anni ed una passione totalizzante, il mondo di Disneyland Paris. Ricordo una citazione di Agatha Christie: "una passione che dura tutta la vita è un privilegio, indipendentemente dal prezzo che ci richiede". Hannah è così appassionata che ora ha finalmente realizzato il sogno di lavorare nel parco: tre urrà per lei!

giovedì 26 ottobre 2017

BOOKISH CHAT | 3 libri da leggere ad Halloween

Buongiorno lettori! Dunque, la Bookish Chat di oggi ha un tono molto particolare. A distanza di ormai mesi dall'apertura del blog avrete forse notato che io non leggo molti libri horror, anzi di fatto non ne leggo mai. Mi piace guardare gli horror, mi piace ascoltare storie horror, ma leggerli... mai. Di fatto, un film è solo un film, c'è la quarta parete a separare spettatore e attori e in un certo senso una volta che la tv viene spenta il film viene accantonato in una parte del nostro cervello che ci permette di ricordarlo, ma non di patirne le conseguenze. Un libro, cari miei, ti entra dentro e ti stritola i neuroni, nel bene e nel male. Questo cosa significa? Significa che per leggere qualcosa che sia a tema Halloween devo sempre trovare qualcosa di abbastanza spooky ma abbastanza tranquillo da farmi dormire la notte.

Dopo questa infinita premessa, eccovi la mia top 3 dei libri da leggere ad Halloween!

I custodi di Slade House
di David Mitchell
Ed: Frassinelli - 233 pagine
Ebook9.99 euro - Copertina rigida: 19.00 euro
 
Voltato l'angolo di una via di Londra, proprio dove occhieggiano le vetrine di un popolare pub inglese, lungo il muro di mattoni che costeggia un vicolo strettissimo, se tutto gira per il verso giusto, troverete l'ingresso di Slade House. Un perfetto sconosciuto vi accoglierà chiamandovi per nome e vi inviterà a entrare. La vostra prima reazione sarà la fuga. Ma presto vi accorgerete che allontanarsi è impossibile. Ogni nove anni, l'ultimo sabato di ottobre, gli abitanti della casa - una sinistra coppia di gemelli - estendono il loro particolare invito a una persona speciale, sola o semplicemente diversa: un adolescente precoce, un poliziotto fresco di divorzio, un timido studente universitario. Ma che cosa succede, veramente, dentro Slade House? Per chi ha varcato la soglia, scoprirlo è questione di un attimo. Ed è già troppo tardi.

L'ho finito da pochissimo, quindi è una lettura abbastanza fresca. Questo libro è balzato direttamente in top 3 perché è sufficientemente inquietante (soprattutto il primo capitolo) e allo stesso tempo esiste fin dal secondo capitolo una possibilità di salvezza. Certo, è una possibilità tenue, ma almeno esiste e come lettrice che non vuole fare la pipì a letto per la paura io mi sono aggrappata a questa possibilità con tutte le mie forze. Non vi dico come finisce, chiaramente, ma vi dico che nel corso della lettura si è rivelato davvero perfetto per questo periodo!


L'incubo di Hill House
di Shirley Jackson
Ed: Adelphi - 233 pagine
Ebook6.99 euro - Brossura: 12 euro

Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.

Ho letto questo libro l'anno scorso su consiglio di Giorgia (Jo Reads) e mi è piaciuto moltissimo. L'ho trovato inquietante come poche altre cose nella vita, non ricordo una sensazione del genere da quando ho visto per la prima volta Scream a 11 anni (a quell'età anche Scream fa paura). Allo stesso tempo però l'ho trovato veramente valido, l'autrice ha una capacità innata di far percepire la paura attraverso la parola e per questo, anche se non lo rileggerei mai neanche tra un milione di anni, l'ho inserito nella mia top 3 al secondo posto.

La mia ultima affittacamere, contenuto in Trigger Warning
di Neil Gaiman
Ed: Mondadori - 307 pagine
Ebook9.99 - Copertina rigida19.90 euro

Trigger Warning è un'espressione che si incontra a volte navigando in Internet e che segnala la presenza di un contenuto difficile da maneggiare, immagini o concetti che potrebbero turbare i visitatori. Da qualche parte nel mondo, alcune università stanno valutando l'ipotesi di mettere un trigger warning anche su opere letterarie e artistiche che potrebbero spaventare o inquietare gli studenti. Ma le storie, ci suggerisce Neil Gaiman, non avrebbero forse sempre bisogno di questa avvertenza? Attenzione, c'è un grilletto ed è pronto a sparare! Le storie infatti molto spesso turbano le nostre certezze, aprono porte che volevamo sigillate, ci tolgono il terreno sotto i piedi e ci scaraventano in luoghi oscuri e poco accoglienti. Il cuore inizia a battere più forte, manca il respiro, il passato ritorna con tutti i suoi mostri chiusi nell'armadio. In questa raccolta di racconti c'è il meglio di Neil Gaiman, e quindi ci sono storie che potrebbero turbarvi. "In questo libro, come nella vita, ci sono morte e dolore, lacrime e disagio, violenza di tutti i tipi. C'è anche bontà, qualche volta. Persino qualche lieto fine. Ci sono mostri, in queste pagine, e dove c'è un mostro c'è anche un miracolo." Ci sono racconti lunghi e altri brevi, qualche poesia. Ma una cosa è sicura: ogni pagina di questo libro è un piccolo grilletto, e ogni volta che viene premuto nel buio, noi impariamo qualcosa di noi stessi e delle nostre vite.

In questo caso, non voglio scegliere l'intero libro ma solo uno dei racconti, La mia ultima affittacamere, un racconto brevissimo che si legge in dieci minuti e che inquieta abbastanza da finire al primo posto nella mia classifica. Diciamo che non è la trama in sé a far paura, quanto lo stile di Neil Gaiman: lui è un vero maestro nell'arte dell'inquietudine, in questo caso si è davvero superato. Leggetelo a vostro rischio e pericolo!

Quali sono i libri più spooky che consigliereste? Cosa amate leggere in questo periodo dell'anno? Fatemelo sapere in un commento! E buon Halloween

mercoledì 25 ottobre 2017

RECENSIONE | "Una scelta sbagliata" di Angelo Izzo

Buongiorno lettori! Siamo giunti a metà della settimana e ci sono un po' di avvisi prima di cominciare: prima di tutto, sul Gruppo di Lettura è aperto il sondaggio per scegliere il libro da leggere insieme tra novembre e dicembre; inoltre, io e alcune altre blogger stiamo organizzando una grande sorpresa per voi per Halloween!

Ma ora passiamo a noi e al vero argomento della giornata: è tempo di una nuova recensione ed oggi parliamo di Una scelta sbagliata di Angelo Izzo, edito da Scatole Parlanti. Cominciamo con qualche dato e poi veniamo a noi!

Una scelta sbagliata
di Angelo Izzo
Ed: Scatole Parlanti - 124 pagine
Brossura: 9.90 euro

Due ragazzi, due destini che si incrociano. Da un lato un animo puro, contaminato dalla voglia di ribellarsi alle ipocrisie di una famiglia facoltosa ma egoista; dall'altro, un giovane spinto dalla necessità di uscire dal buio di un'esistenza ai margini. La vita che scelgono li porta a crescere troppo in fretta, a diventare pedine su uno scacchiere fuori dalla legge nel quale non possono far altro che smarrirsi, tra eccessi chimici e carnali. Quando uno dei due si macchia di un crimine abietto, entrambe le esistenze vengono irrimediabilmente stravolte. La detenzione diventa un bivio, un punto di riflessione per il protagonista che riesce a inquadrare i propri sensi di colpa e a risollevarsi, rimettendo in gioco valori che credeva ormai perduti. Fino a un ultimo, grande confronto con i demoni del suo passato: il faccia a faccia con la responsabilità di quella scelta. Una scelta sbagliata.
Molto bello!
 
Cominciamo, come faccio spesso, con il parlare di quella che è la prima cosa che balza all'occhio quando si prende in mano un libro: la copertina. La cover di Una scelta sbagliata mi piace davvero molto, le due immagini che si sovrappongono che forniscono la medesima sensazione di fuga, di desiderio di allontanamento. Forse perché non sarei mai in grado di fare nulla del genere, mi trovo (come succede spesso) a fare i miei più sentiti complimenti al grafico.

Passando a ciò che ci interessa di più, ossia il libro, più che di scelta sbagliata io parlerei di scelte sbagliate, al plurale. Dopo la prima, il narratore/protagonista ne commette molte altre, che sono poi alla base della trama. Come succede spesso nelle storie di questo genere, si assiste ad una degenerazione, a un percorso in discesa fino ad arrivare ad un turning point che cambia la situazione. In questo, Una scelta sbagliata rispetta gli schemi del genere letterario in cui si inscrive, inserendosi perfettamente al fianco di altri romanzi o racconti simili. Da quanto ho potuto capire, Angelo Izzo è perfettamente consapevole di quali sono i binari invalicabili (il fatto che ce ne siano è un bene, sia chiaro) e li rispetta in modo preciso. Trovo ammirevole che sia riuscito a non farsi trascinare da sottotrame poco attinenti, quindi complimenti.

Le tematiche trattate sono, ovviamente, delicate. Al di là della questione "sesso droga & rock 'n roll" che permea tutta la prima parte del romanzo, che è una cosa che abbiamo già letto, visto e ascoltato più volte, è la questione successiva, il turning point di cui vi parlavo, ad essere difficile da gestire. Questo libro parla di uno stupro e delle sue conseguenze per lo stupratore. Si tratta di un punto di vista nuovo - non dico del tutto inedito, non sarebbe vero, ma nuovo.

Ciò che, al contrario, non ho apprezzato, sono stati lo stile e il linguaggio. Nonostante il testo sia scorrevole e si legga velocemente, l'ho trovato eccessivamente ridondante in alcuni punti, pieno di ripetizioni in altri. Le parole "una scelta sbagliata", che richiamano il titolo, possono essere usate qualche volta nel testo per ricordare a tutti di cosa si parli, ma Izzo le usa troppo spesso. Su 124 pagine di testo, Izzo usa la costruzione "Una scelta sbagliata, fin dal principio" 12 volte, una media di una volta ogni 10 pagine, titolo escluso: un po' troppo. Io capisco il volersi rifare ai classici del pulp, ma questo è più un lungo racconto che un romanzo, perciò forse sarebbe da rivedere questa problematica.

Nel complesso sono comunque contenta di averlo letto, mi ha tenuto compagnia in un lungo viaggio in treno e ne sono molto soddisfatta: Izzo ha un buon potenziale e il suo Una scelta sbagliata andrebbe solo limato qua e là, non certo ricostruito da capo. Sarebbero tre punti e mezzo su cinque, ma come faccio sempre arrotondo per eccesso e diventano quattro su cinque.

lunedì 23 ottobre 2017

SOCIAL BLOOMING | 3 attività utili per il tuo feed

Buongiorno lettori! Bentornati nella sezione Social Blooming, oggi approfondiamo un discorso che adoro: il magico mondo di Instagram. Io sono molto devota a questo social, è il mio preferito in assoluto, ed oggi parliamo di tre sistemi ottimi per farvi conoscere da altri followers.
Chiunque apra un account Instagram, checché ne dica, spera di essere seguito da molti followers. Magari non è lo scopo iniziale, ma ammettiamolo: a tutti fa piacere vedere persone nuove che ci seguono non perché ci conoscano e ci vogliano bene, ma perché interessate ai contenuti che pubblichiamo. Innanzitutto è un bel bacio in bocca alla nostra autostima, che non fa mai male, e soprattutto ci permette di valutare fino a che punto i nostri contenuti siano apprezzati.

Ci sono però alcune attività che possono darci più visibilità di altre. Vediamone insieme alcune nel dettaglio!

1. SHOUTOUT SESSION
La parola "shoutout" significa letteralmente dedica, citazione, riconoscimento, nomina. Diventa subito chiaro che questo termine può essere associato alle pubblicità: su Instagram è molto vantaggioso ospitare delle "sessioni pubblicitarie" sul vostro profilo, postando un'immagine che annunci l'evento a chi vi segue già. Le regole di base sono queste: chi vedrà la vostra immagine e vorrà partecipare alla vostra shoutout session, dovrà postare nelle proprie stories uno screenshot del vostro profilo, taggandovi, e voi farete lo stesso per ricambiare. In questo modo darete a chi vi segue uno "spazio pubblicitario" sul vostro profilo, ma in cambio riceverete moltissime visualizzazioni, il nome del vostro profilo verrà riproposto in forma esponenziale sui profili degli altri e così anche chi non vi conosceva potrà essere attirato a dare un'occhiata. Da lì a cliccare su "segui" il passo è breve.

La mia opinione è molto positiva riguardo questo sistema: ne ho ospitate alcune sul mio profilo bookstagram @reading.in.the.tardis e ogni volta ho guadagnato 50/70 followers in più rispetto al giorno precedente. Il mio consiglio è quello di sfruttarle, ma senza esagerare: se non fate altro che proporne, alla lunga la gente smetterà di partecipare. Vi consiglio di organizzarle per festeggiare dei traguardi, ad esempio dopo i primi 500 follower o dopo i primi 1000.

2. FOLLOW TRAIN
Un "treno di followers", come suggerisce il termine, vi potrebbe portare una vagonata di followers nuovi. Di che si tratta? Anche in questo caso dovete postare un'immagine che annunci l'evento, lanciando un hashtag unico e che non possa essere confuso (ad esempio, se fossi io, userei qualcosa come #followtraininthetardis per essere certa che non ci siano omonimi). I vostri seguaci, se vogliono partecipare, dovranno ripostare l'immagine nel proprio profilo, usare lo stesso hashtag e usarlo per cercare tutti gli altri che lo hanno condiviso prima di loro e seguirli tutti. Voi, che lo avete postato per primi, riceverete più followers di tutti.

Il follow train, però, è un'arma a doppio taglio: se il vostro hashtag viene condiviso molto, riceverete moltissimi followers (conosco blogger che ne hanno guadagnati circa 2000 in una sera), ma se non lo condividerà nessuno non vedrete proprio nessun miglioramento!

3. CHALLENGE
Una challenge è una sfida. Esistono molti modi di organizzarne una: potete stilare un elenco di task, o obbiettivi, e sfidare i vostri follower a rispettarli tutti, ovviamente taggandovi sempre in modo da darvi visibilità; in alternativa potete sfidare gli utenti a postare un certo numero di foto per un determinato periodo di tempo: ad esempio, Silvia Lanfranchi sul suo profilo @socialmediabiondina lo scorso agosto ha organizzato #agostoin31click, una challenge che sfidava i suoi seguaci a postare una foto al giorno, per 31 giorni, allo scopo di raccontare il proprio mese di agosto tutti insieme.

Il mio consiglio è di premiare chi partecipa: ho aiutato un'amica a organizzare una challenge sul suo profilo privato e, alla scadenza, ha pubblicato sul suo sito personale le 10 foto migliori, citandone i fotografi.

Questi sono tre sistemi non infallibili, ma abbastanza affidabili per vedere i vostri seguaci aumentare in un arco di tempo relativamente breve. Non sono gli unici, ma sono quelli che io preferisco! Voi ne usate altri? Avete voglia di condividerli con me? Lasciatemi un commento (:

venerdì 20 ottobre 2017

COVER REVEAL | "Fight for life" di Rosa Campanile


Titolo: Fight for life
Serie: Die Love Rise #2
Autrice: Rosa Campanile
Editore: Self-publishing
Genere: Romance Post-apocalittico
Euro: 1,99 (ebook)
Cover: Dedalo MADE

Data di uscita: 30 Ottobre 2017

Trama:
Intrappolata a Cincinnati con altri sopravvissuti, Natalia Landreaux è disposta a tutto pur di non morire divorata dagli infetti che hanno distrutto la civiltà, anche correre rischi indicibili per trasmettere un ultimo, disperato messaggio d'aiuto. In pericolo non c’è solo la sua vita, ma anche il prezioso lavoro del fratello Edoardo. La richiesta di soccorso giunge appena in tempo e mette in crisi il genio informatico Joe Collins. La vita di Joe insieme alla sua nuova famiglia nella Città Sicura di Leons Town è tranquilla, quasi perfetta, ma la missione di salvataggio che richiama in campo lui e Panzer dopo un lungo periodo di assenza, rischia di frantumare quel fragile equilibrio a cui tiene tanto. Eppure, nonostante le perplessità, Joe sa qual è la cosa giusta da fare. Mentre un nemico più pericoloso e scaltro che mai si prepara ad attaccare, ombre del passato minacciano di distruggere la normalità tanto inseguita da Joe e Natalia. Non sarà facile affatto facile far funzionare la loro strana relazione in un mondo invaso dagli zombie mutanti. Per riuscirci, dovranno solo ricordare che vale sempre la pena combattere per vivere e per amare.

Aggiungilo su Goodreads!

LA SERIE DIE LOVE RISE:

#1 Die Love Rise (autoconclusivo)
#1.5 Dare to love (novella spin-off)
#2 Fight for life (autoconclusivo)


L'AUTRICE
Rosa Campanile è una ragazza come tante. Ama follemente la sua famiglia e i suoi due gatti, adora la buona cucina e preparare dolci per le persone che ama. La sua grande passione è la lettura e nel 2014 ha fondato il lit-blog Briciole di Parole, dove parla dei molti libri letti e dei tanti altri che le allungano la wish list. Nel 2016 ha esordito come autrice self con il romance post-apocalittico Die Love Rise, a cui ha fatto seguito la novella Dare to love e il romanzo Fight for life. Senza fare rumore, invece, è il primo volume stand-alone della serie contemporary romance Sweet Surrender, di cui sono previsti altri due romanzi in arrivo per il 2018.



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mercoledì 18 ottobre 2017

RECENSIONE | "La mela e altri peccati poco originali" di Massimiliano Colucci

Buondì lettori! Bentornati sul blog! Oggi vi voglio proporre la mia recensione di La mela e altri peccati poco originali di Massimiliano Colucci, una delle ultime richieste dall'autore (per altre informazioni cliccate qui!). Cominciamo con qualche dato utile e poi passiamo alla recensione!

La mela e altri peccati poco originali
di Massimiliano Colucci
Ed: Il Poligrafo - 208 pagine
Brossura: 11.90 euro

Un giornalista dalla scrittura ben poco giornalistica; una famiglia dove ognuno accudisce il proprio segreto come se fosse un tesoro; un grande magazzino in cui si vende un unico prodotto, perturbante e rassicurante allo stesso tempo. E ancora: bambine divorate; medici alle prese con incomunicabilità intergenerazionale; immigrati lettori di Dumas... Sempre in bilico tra vita e letteratura, i racconti di Massimiliano Colucci mostrano un raro caso di telepatia: il pensiero dello scrittore si fa idea e l'idea si incarna in una lingua dallo stile talmente puntuale e coerente che si incide nell'immaginazione del lettore, tornando a essere pensiero attivo. I piccoli, banali, corrosivi peccati che ogni giorno sfuggono agli esseri umani, i peccati di tutti i giorni, che commettiamo senza farci caso, sono descritti in questo libro con uno spirito chirurgico ma non spietato, ironico ma non crudele, attraverso uno sguardo che ci abbraccia tutti, senza lasciar fuori nessuno.
Buono, non male

Intanto, io adoro i racconti. Più dei romanzi, sarò sincera. Trovo che per scrivere un buon racconto sia necessaria molta più abilità, perché nel breve spazio di 20, 30 pagine al massimo occorre condensare sensazioni, descrizioni, introspezione e azione senza lasciare nulla in sospeso e senza dare per scontata nemmeno la piccola cosa. I grandi autori si riconoscono dalla loro capacità di condensazione (qualsiasi riferimento al mio amatissimo Neil Gaiman è puramente casuale).

Con questa premessa posso dire che Massimiliano Colucci ha del talento: chiaro, non tutti i racconti sono costruiti bene allo stesso modo. Alcuni li ho amati particolarmente, su altri ci sarebbe da lavorare un po'. Naturalmente non parlo del mio gusto soggettivo riguardo le vicende, parlo da un punto di vista oggettivo di costruzione narratologica. Alcuni dei racconti sono chiaramente costruiti benissimo, contengono il necessario, né più né meno, ed è questo ad essere fondamentale nelle storie brevi. Altri, per un motivo o per un altro, sono meno precisi, ma direi che 13 ottimi racconti su 17 è una media di cui essere contenti!

Lo stile mi è piaciuto, ma devo fare una precisazione: è graffiante e delicato allo stesso tempo, un ottimo bilanciamento in modo che non risulti eccessivo né in un senso né in un altro, ma la scelta delle parole non è sempre adeguata. Io sono una fan dell'Accademia della Crusca, ma allo stesso tempo se sto leggendo un libro (tanto per fare un esempio) in treno dopo una giornata in università non ho sempre voglia di leggere parole come demiurgo. Certo, ci deve essere un lessico ricercato, non vogliamo (o almeno io non vorrei) un romanzo tipo After, ma non va bene esagerare nemmeno dall'altra parte. "Parla come mangi", come si suol dire: parla bene, parla con una grammatica corretta e con un lessico buono, ma allo stesso tempo non esagerare, è questo il consiglio che voglio sempre dare agli autori. Ciò detto, sono poi solo 208 pagine quindi uno sforzo lo possiamo fare anche noi lettori, no?

Allo stesso tempo, alcuni racconti affrontano tematiche molto difficili e il linguaggio di Colucci è risultato adeguato, abbastanza delicato per parlarne e sufficientemente fresco e onesto per non indorare la pillola, non so se mi spiego.

Interessanti le scelte dei diversi peccati affrontati nei racconti. Peccatoni e peccatucci commessi da gente comune: se da un lato l'insieme risulta meno fiabesco, dall'altro ci può dare la misura della vita quotidiana affrontata dai diversi personaggi, vita che non sempre può andare nella direzione che vorremmo e che prende pieghe inattese. Un'ottima scelta: già vista altrove, ma sempre attuale, sempre perfettamente godibile.

Tre virgolette su cinque per Colucci e la sua Mela: lo consiglio a un pubblico adulto, non per contenuti forti ma per il fatto che tali contenuti possono essere capiti e compresi solo da chi ha qualche anno in più!

lunedì 16 ottobre 2017

SEGNALAZIONE | "Drax. La rinascita degli Haurrak" di Elvira Mastrangelo

Buongiorno lettori! Buon inizio della settimana! Come è andato il vostro week end? Il mio è stato all'insegna dello shopping e della tesi (ma mi meritavo ciò che ho comprato proprio perché sto facendo la tesi... vero? VERO??) ed oggi incominciamo una nuova settimana qui sul blog con la segnalazione di Drax. La rinascita degli Haurrak di Elvira Mastrangelo. Ecco qualche dato:

Drax. La rinascita degli Haurrak
di Elvira Mastrangelo
Ed: Inspired Digital Publishing - 522 pagine
Ebook: 1.99 euro

Gli Haurrak sono tornati, rinati da ciò che restava delle loro ceneri. Una razza potente e primitiva, selvaggia e indomabile, gli unici in grado di vivere in simbiosi con i maestosi draghi, perseguitati e sterminati nel corso della Grande Guerra.
Ora, sovrastano il cielo della città umana di Als, nel suo giorno più buio in cui è assediata ferocemente dall’immenso esercito dello Stregone, riuscendo a salvare gli abitanti da morte certa.
Desiderosi di ricostruire la loro stirpe gli Haurrak, fanno ritorno a Drax l’antica roccaforte dei draghi, ma l’inimicizia degli uomini schiavizzati in passato dalle razze magiche e l’ostilità dello Stregone li seguirà fin dentro le mura della loro città.
Tra vecchi amori, nuove consapevolezze, giochi di potere, lotte personali e desiderio di rivalsa, lo scontro è all’orizzonte e le diverse popolazioni iniziano a schierarsi influenzando drasticamente l’equilibrio del mondo. Nulla di ciò che è esistito esisterà ancora.

Elvira Mastrangelo nasce nel 1990 a Battipaglia, una città nella provincia di Salerno. Studia per conseguire una laurea in Filologia, Letterature e Storia dell'antichità, in seguito ad una maturità classica. Dopo un girovagare attraverso l'Italia e alcuni mesi a Londra, decide di tornare per provare a realizzare il sogno che l'accompagna sin da bambina, quando a soli 11 anni scriveva racconti e già adorava il genere fantasy e horror: diventare una scrittrice. Attualmente insegna italiano e latino, gestisce il blog LettereRumorose (e l'omonima pagina Facebook) e recentemente ha autopubblicato Di luce e di ombre. Da un sogno lungo e incredibile, duro lavoro e voglia di mettersi in gioco, nasce l'idea di Drax: La rinascita degli Haurrak.

venerdì 13 ottobre 2017

BLOGTOUR | RECENSIONE | "La colonna di fuoco" di Ken Follett


Buongiorno a tutti, lettori! Siamo ormai giunti alla fine di questo meraviglioso blogtour in collaborazione con Mondadori che ci ha riportati nella fosca Gran Bretagna di Ken Follett. Oggi, come vi avevamo anticipato nel post di presentazione, è la giornata dedicata alle recensioni! Ecco a voi la mia!

La colonna di fuoco
di Ken Follett
Ed: Mondadori - 912 pagine
Ebook16.99 euro - Copertina rigida: 22.95 euro

Gennaio 1558, Kingsbridge. Quando il giovane Ned Willard fa ritorno a casa si rende conto che il suo mondo sta per cambiare radicalmente. Solo la vecchia cattedrale sopravvive immutata, testimone di una città lacerata dal conflitto religioso. Tutti i principi di lealtà, amicizia e amore verranno sovvertiti. Figlio di un ricco mercante protestante, Ned vorrebbe sposare Margery Fitzgerald, figlia del sindaco cattolico della città, ma il loro amore non basta a superare le barriere degli opposti schieramenti religiosi. Costretto a lasciare Kingsbridge, Ned viene ingaggiato da Sir William Cecil, il consigliere di Elisabetta Tudor, futura regina di Inghilterra. Dopo la sua incoronazione, la giovane e determinata Elisabetta I vede tutta l'Europa cattolica rivoltarsi contro di lei, prima tra tutti Maria Stuarda, regina di Scozia. Decide per questo di creare una rete di spionaggio per proteggersi dai numerosi attacchi dei nemici decisi a eliminarla e contrastare i tentativi di ribellione e invasione del suo regno. Il giovane Ned diventa così uno degli uomini chiave del primo servizio segreto britannico della storia. Per quasi mezzo secolo il suo amore per Margery sembra condannato, mentre gli estremisti religiosi seminano violenza ovunque. In gioco, allora come oggi, non sono certo le diverse convinzioni religiose, ma gli interessi dei tiranni che vogliono imporre a qualunque costo il loro potere su tutti coloro che credono invece nella tolleranza e nel compromesso.
Molto bello!

Premessa doverosa: soddisfare le mie aspettative per questo volume era praticamente impossibile. Amo moltissimo il sedicesimo secolo (a proposito: avete visto il post di Libri al caffè sul contesto storico e il mio sul contesto sociale di quest'epoca?) e considerando la potenza narrativa dei precedenti romanzi mi aspettavo come minimo un capolavoro. Come minimo. Ciò detto, non è che sia rimasta completamente delusa, però... ci sono alcuni però. Vediamoli insieme.

Lo stile di Follett è come sempre molto buono. Un autore navigato come lui possiede per forza una marcia in più, un'abilità che gli deriva dall'esperienza, dalla moltitudine di parole e di espressioni che ha usato e rimescolato. Non ci si può aspettare nulla di meno da un autore che ha alle spalle una carriera tanto lunga e tanto acclamata.

Un'altra cosa che ho apprezzato moltissimo è la ricerca storica. Ricordo un'intervista a Follett, risalente ad almeno otto anni fa (andavo al liceo all'epoca) in cui lui disse di non voler più ambientare un romanzo nel medioevo, perché a differenza di epoche più recenti la difficoltà non solo nel reperire le fonti, ma nel gestirle, analizzarle ed elaborarle era tale che secondo Follett non ne valeva la pena. Sono una medievista, Ken, ti capisco bene: ecco perché sono estremamente contenta della ricerca che sta alla base di La colonna di fuoco, perché c'è un'assoluta perfezione nella gestione degli spazi sociali ed economici, privati e pubblici, politici e apolitici. Un lavoro simile può essere svolto solo da chi, più che un romanziere, è uno storico nato.

Meno piacevoli sono stati i personaggi: l'unico che ho davvero, davvero apprezzato è stato William Cecil, gestito ottimamente e nel pieno rispetto delle fonti storiografiche che lo riguardano. Gli altri, mi dispiace dirlo, mi sono parsi quasi tutti vagamente insipidi. Troviamo le stesse immagini narrative, gli stessi espedienti e le medesime situazioni che hanno animato i primi due libri. I personaggi non sono nuovi, pur muovendosi in un contesto diverso sono spinti dalle stesse problematiche dei precedenti protagonisti. In questo ho notato una caduta. Tanto i personaggi inventati quanto quelli storicamente esistiti mi sono sembrati solo piacevoli, il che non è un complimento: "piacevole" non è sufficiente, non in un autore come Follett. Se si fosse trattato di un esordiente avrei usato un metro di giudizio differente, ma questo è un autore che ha creato decine e decine di personaggi dai tratti molto forti, personaggi con i quali i lettori possono provare la giusta empatia. Occorre che tra lettore e protagonisti si crei una connessione: in La colonna di fuoco io non ho avvertito una connessione con nessuno.

Il problema supremo di Ken Follett è che ci ha dato standard altissimi da aspettarci. Non parlo solo dei precedenti capitoli della serie, ma anche della trilogia Century, di quella meraviglia che è Le gazze ladre e di innumerevoli altri testi che non stiamo a elencare. Chiaramente, il lettore reduce da Il giorni dell'eternità si aspetta una sorta di opera somma, considerando che tra il secondo capitolo e questo sono trascorsi 10 anni tondi. Perciò è probabilmente inevitabile restare delusi, anche solo in parte, perché siamo così abituati ad avere il suo 100% che quando riceviamo solo l'85% non siamo soddisfatti.

Ciò detto, non è un romanzo noioso, anzi: Follett recupera quei temi in cui è particolarmente forte, come lo spionaggio e la capacità di giostrarsi tra situazioni, eventi e personaggi completamente differenti. Nonostante sia un tomo di quasi mille pagine lo si divora volentieri in pochi giorni, è un'ottima lettura per trascorrere il tempo libero sentendosi inseriti in un tempo e in uno spazio che non sono nostri.

Nell'insieme, quindi, non posso dare il massimo del punteggio a questo volume. Un'ottima lettura, consigliatissima agli amanti del periodo che desiderino un romanzo storico ben studiato nelle sue basi, ma che presenta pecche di una certa importanza considerando il livello avanzato dell'autore. Quattro punti su cinque sono comunque il mio voto!


Non dimenticate di leggere le altre recensioni!
Potete trovarle su:

mercoledì 11 ottobre 2017

RECENSIONE | "Qualcuno come te" di Angela Di Maio

Buongiorno a tutti, lettori! Oggi accolgo la tanto agognata metà della settimana con una recensione richiesta dall'autore (colgo l'occasione per ricordare a tutti che sarà una delle ultime fatte su richiesta, qui trovate tutte le informazioni che vi servono a riguardo). Per correttezza, però, sto terminando di leggere quei romanzi di cui invece avevo assicurato una recensione ed oggi tocca a Qualcuno come te, di Angela Di Maio.

Qualcuno come te
di Angela Di Maio
Ed: Autopublishing - 70 pagine
Ebook: 0.99 euro

La storia di un incontro casuale, un colpo di fulmine tra una donna e un uomo dalla vita e dal carattere diversissimi, entrambi accomunati dal timore di vivere i sentimenti fino in fondo. Leah e Nathan vivono ognuno in un proprio mondo fatto di regole intransigenti a cui obbediscono per non rischiare di mostrarsi nella propria interezza di persone desiderose di amare e essere amati.
La passione e l'amore l'uno per l'altra, raccontata da entrambi, secondo il proprio punto di vista, in un canto a due voci, li travolgerà abbattendo ogni limite autoimposto.
Reagiranno in modo diverso, sconvolgendo se stessi per primi, scoprendo però che di fronte a un sentimento tanto profondamente intenso non esistono fughe né compromessi.

Molto bello!

Spesso comincio una recensione parlando della copertina. La copertina è il vestito del libro: non manderei mai un attore a ritirare un Olivier Award vestito a caso, giusto? Lo stesso vale per i libri. La copertina di Qualcuno come te, per i miei gusti personali, ha fatto centro. Sufficientemente tumblr per soddisfare la mia richiesta di immagini-nutrimento, abbastanza realistica e graffiante da finire accanto a Nick Flynn sullo scaffale virtuale. Ottimo!

Passando al testo vero e proprio, partiamo da qualcosa che salta subito all'occhio: si tratta di un testo breve, appena 70 pagine, ma che in questo breve lasso di caratteri consente un buono sviluppo della trama. Certo che da un testo breve non ci si può aspettare uno svisceramento completo di tutte le meccaniche che muovono i personaggi: volendola leggere come un racconto, più che come un romanzo, le informazioni che ci vengono fornite sono più che sufficienti. Viceversa, se lo volessimo prendere come un romanzo, occorrerebbe scendere maggiormente nei dettagli. Io sono un'amante dei racconti, perciò ho apprezzato molto questa scelta.

Lo stile è buono. Sufficientemente ricercato, senza che diventi un fardello per il lettore. Si lascia capire bene e non annoia, pur accontentando i puntigliosi come me con termini adeguati, poco scontati e utilizzati nel modo corretto.

Piccolo appunto: non ho amato i personaggi, trovo che avrebbero potuto essere gestiti meglio. Non è una questione di lunghezza della storia, ci sono autori che in racconti di cinque pagine riescono a delineare i personaggi come Manzoni nel suo noto tomone enciclopedico. Nel caso di Qualcuno come te purtroppo non ho colto questa qualità, tanto Leah quanto Nathan mi sono parsi appena accennati, come "in bianco e nero" diciamo, non ancora colorati. Non ho avvertito connessioni né emozioni di alcun genere a riguardo (nemmeno negative) e di questo sono dispiaciuta, perché mi impedisce di dare un punteggio pieno a testo della Di Maio.

Ciò che invece mi è piaciuto molto è stata la presentazione della rapidità con cui questo rapporto si è sviluppato. Di rado io leggo romance, ma quando capita una delle cose che meno apprezzo è la lentezza con cui l'amore si sviluppa: giochi di sguardi e inseguimenti psichici che vanno avanti per settimane, struggenti momenti di imbarazzo... Certo, anche in Qualcuno come te c'è parecchio pepe, come è giusto che sia, ma Leah e Nathan non imppiegano molto ad avviare il loro rapporto segreto. L'ho trovato realistico, molto più di altre tattiche narrative.

Nel suo complesso, voglio dare a Qualcuno come te quattro punti su cinque!

martedì 10 ottobre 2017

SEGNALAZIONE | "Andare avanti" di Christian Cappello

Buongiorno lettori! Oggi sono da voi per la segnalazione di un romanzo speciale: Andare avanti di Christian Cappello, che non è soltanto un romanzo: è una storia vera che racconta di una avventura dolorosamente reale. Ecco qui qualche dato:

Andare avanti
di Christian Cappello
Ed: Mondadori - 142 pagine
Ebook9.99 euro - Brossura: 17 euro

«A un certo punto Marta mi prese la mano e mi confessò: "Nulla mi fa più felice che aiutare il prossimo, Christian. Credo che sia doveroso far qualcosa in più per sostenere chi ha bisogno. Mi sta girando nella testa un'idea: un viaggio itinerante in Italia per raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie rare. Sarebbe anche un modo per farle conoscere alla gente". La sua mano mi trasmetteva un'incredibile energia, i suoi occhi erano colmi d'amore, l'amore per il prossimo.» Christian Cappello e Marta Lazzarin sono una giovane coppia all'apice della felicità: insieme hanno girato il mondo, insieme hanno creato un coinvolgente lavoro nella new economy e costruito la loro casa. E ora aspettano il loro primogenito di cui hanno già deciso il nome: Leonardo. Tutto procede per il meglio, ma all'improvviso Marta muore in modo fulminante. E con lei se ne va anche il bambino che porta in grembo. Dopo settimane di sorda disperazione, Christian si ritrova a camminare lungo un sentiero, come in trance, per diverse ore. Quando rientra in sè, sente di essere preda di un'insolita euforia fisica e di una nuova consapevolezza: il progetto che Marta gli aveva accennato a Natale - aiutare le persone colpite dalle malattie rare - sarà anche quello della sua rinascita.
Christian fonda quindi la onlus Marta4kids e si mette in cammino. Impiegherà quasi un anno per visitare di persona i ventisette centri di ricerca sulla fibrosi cistica sparsi in tutto il territorio italiano. Camminerà a costo zero, raccogliendo soldi per la onlus e ospitalità per sè. Incontrerà migliaia di persone, malati di ogni tipo, familiari, medici, giornalisti, sindaci e semplici curiosi. A tutti racconterà che il senso della vita, anche quando è la vita stessa ad apparire ingrata e ingiusta, è l'amore per gli altri: l'ultima, semplice lezione di Marta.
Questo libro è il diario di una avventura vera, partita da Bassano il 2 aprile 2016 e continuata per oltre quattromila chilometri di eccezionale solidarietà.

Christian Cappello (Bassano, 1977) è un celebre blogger di viaggi. È il fondatore di blogdiviaggi.com. Se siete interessati a ulteriori informazioni riguardo Marta4kids potete visitare il blog di Christian e la pagina Facebook della ONLUS.

lunedì 9 ottobre 2017

BLOGTOUR | "La colonna di fuoco" di Ken Follett - Panoramica sociale

Buongiorno, lettori! Oggi è il mio turno di partecipare a un evento davvero speciale: il blogtour dedicato a La colonna di fuoco di Ken Follett, organizzato in collaborazione con Mondadori. Nelle puntate precedenti (che troverete riassunte più in basso nell'elenco delle tappe) le mie colleghe hanno parlato dei personaggi e del contesto storico in cui si muove la vicenda. Oggi qui su Reading in the T.A.R.D.I.S. parliamo invece del contesto sociale!

COSA VUOL DIRE VIVERE NEL PERIODO DELLA RIFORMA?
Essere uomini e donne in età adulta al tempo della grande riforma che sconvolge l'europa nel XVI significa vivere un periodo di incertezza religiosa, ma anche politica.
In un contesto europeo in cui i sovrani devono ancora cercare una giustificazione divina alla propria pretesa di potere, coloro che non sono considerati degni dai propri sottoposti sono anche quei re e regine più facilmente spodestabili. Anche se è ormai superata da tempo la dicotomia impero/papato, pur non potendo più parlare di lotta per le investiture da ormai tre secoli, la questione religiosa è ancora alla base della legittimazione del potere. Ne abbiamo un esempio lampante con Enrico IV di Francia, che pur di ottenere il potere in modo legittimo (e dunque definitivo) sceglie di abiurare il proprio credo calvinista in favore di una conversione al cattolicesimo. Non sappiamo se abbia davvero pronunciato la famosissima frase "Parigi val bene una messa", ma il significato è chiaro: pur di ottenere Parigi e con essa la Francia, chiunque si sarebbe trasformato in un fervente devoto.

Da un punto di vista strettamente personale, la fede delle persone sta attraversando una crisi profonda che trova le sue radici ben prima dell'affissione delle famose 95 tesi luterane. Dobbiamo tornare indietro di almeno quattro secoli per trovare l'origine di questa incertezza religiosa. Nel pieno medioevo, infatti, le richieste di rinnovamento clericale da parte della comunità cristiana europea si fanno così pressanti che sorgono in modo spontaneo movimento religiosi dal profondo messaggio evangelico: i Catari, i Patarini, i Flagellanti e i Bianchi sono solo alcuni esempi; tra gli altri, Francesco d'Assisi comincia la sua predicazione proprio per tentare di dare una risposta alle urgenti richieste di innovazione evangelica della Chiesa di Roma.

Questo, tuttavia, non basta: i diversi Papi che si susseguono reagiscono in modo diverso alla nascita di questi gruppi religiosi: alcuni, come i Catari, vengono accusati di eresia e contro di loro viene organizzata una vera crociata che ha tutto di politico e nulla di religioso; ci sono i seguaci di Pietro di Bruis, talmente distanti dalle ormai assodate regole ecclesiastiche che il loro leader viene bruciato sul rogo; altri, come i Flagellanti, sono un movimento destinato ad esaurirsi da solo; altri ancora, come gli ordini mendicanti nati a seguito delle predicazioni di Francesco d'Assisi, vengono ammessi all'interno del sistema ecclesiastico dopo essersi dotati di una regola approvata dalla curia (oltre i Francescani ricordiamo i Domenicani, gli Agostiniani, i Carmelitani e i Serviti).

Infine, nel 1274 la bolla papale Religionum diversitatem nimiam chiude temporaneamente la questione, cercando di dare un senso alle diverse esperienze pauperistiche.

Vivere dunque in secoli simili significa anche attraversare un momento di grandissima incertezza religiosa ed escatologica, senza contare le problematiche politiche che questo comporta: guerre civili ed emarginazione, inaccettabili differenze sul piano giuridico, paletti posti al matrimonio, all'avanzata di carriera, alla possibilità di accedere a cariche pubbliche. Far parte della religione sbagliata crea un clima di insicurezza e pericolo costanti, che tuttavia possono mutare da un giorno all'altro sulla base delle decisioni prese dall'alto.

E LE DONNE?
Dal momento che la storia di genere è una delle branche che preferisco, ho deciso di dedicare alle donne in epoca della riforma un approfondimento più ampio. Cosa vuol dire essere una donna ora?

Al contrario di quanto si potrtebbe pensare, la figura della donna non rimane ai margini dell'azione riformatrice: il genere femminile è anzi profondamente coinvolto. Tuttavia, mentre gli uomini agiscono come gruppo sociale compatto, come "popolo" riconosciuto dalle autorità, le donne non costituiscono un comparto sociale a sé (con l'unica eccezione delle monache, riunite nei vari ordini). La loro partecipazione, dunque, non è collettiva, bensì individuale.

In area britannica (che è poi quella che interessa il nostro blogtour) il coinvolgimento femminile attraversa tutte le classi sociali: le donne dell'élite svolgono attività utili a tutta la comunità, come la stesura e/o traduzione di testi religiosi, l'attività di patronage, ossia di protezione nei confronti di quelle categorie dei pauperes, ossia i poveri, gli orfani, gli ammalati.

Tanto i protestanti quanto i cattolici propongono un modello femminile risalente all'XI secolo (quando con la riscoperta del diritto romano e degli scritti aristotelici il genere femminile viene retrocesso ad una posizione subordinata, cosa che invece non avviene affatto nei primi secoli del medioevo). Tale modello prevede che la donna sia casta, silenziosa e obbediente, deve essere devota senza ostentare la propria fede, dedicandosi alla preghiera, alla casa e ai figli. Per le donne protestanti, inoltre, l'esortazione al matrimonio assume un ruolo preponderante in quanto per molte delle dottrine non cattoliche è solo attraverso il matrimonio che uomini e donne compiono la volontà di Dio. Le donne non sposate sono guardate con sospetto, qualsiasi sia la loro classe sociale. La donna sposata, invece, soprattutto se moglie del pastore, ricopre un ruolo sociale preminente: non dimentichiamoci di Caterina di Bora, la moglie di Lutero stesso, e del suo ruolo protagonista negli eventi della riforma.

Per la prima volta avviene una definizione del rito del matrimonio. Nei secoli precedenti, il matrimonio non solo non era materia strettamente ecclesiastica, ma era considerato un semplice concordato giuridico, un contratto tra le famiglie degli sposi che si concludeva attraverso versamenti di denaro svolti in tempi diversi (spesso molto lunghi) l'ultimo dei quali era il morgengabe, il dono del mattino, fatto dallo sposo alla sposa il mattino dopo la prima notte di nozze. Era, di fatto, un contratto economico e giuridico. Ora, a causa della nuova rilevanza religiosa data al matrimonio da queste nuove dottrine, il rito matrimoniale viene definito attraverso manuali e regole ben precise. L'idealizzazione del matrimonio e la contemporanea subordinazione della donna nella vita quotidiana sono i tratti chiave della vita delle donne nel periodo della riforma, insieme ai valori di carità, ospitalità, devozione.

Nel mondo protestante inglese nello specifico, viene sottolineato il valore quasi missionario della moglie all'interno delle mura domestiche, la casa diventa un "seminario della Chiesa" in cui la donna guida la preghiera di servi e figli.

Diversa è l'area cattolica: nei paesi che seguono la Chiesa di Roma il valore principale è ancora quello della castità, per cui la scelta monacale per le donne cattoliche è ancora aperta e guardata con ammirazione, all'opposto dell'area protestante. Naturalmente non dobbiamo pensare che questo sia dovuto ad una maggiore apertura mentale dei cattolici, anzi: è più probabile che fosse un semplice desiderio di controllo delle donne non sposate, inserite all'interno di un'istituzione riconosciuta e dunque controllabile dalla curia. Ne è un esempio l'ordine delle Orsoline, che in un primo momento si spostano e predicano al pari di colleghi monaci di sesso maschile, ma che dal 1612 sono costrette a vivere all'interno di conventi chiusi.

Al di fuori della famiglia o del monastero, la donna diventa pericolosa per l'ordine sociale.

Nei differenti ceti, naturalmente, si aprono spazi di autonomia più o meno ampia: nell'ambiente di corte cinquecentesco viene proposto un modello di donna più o meno autonomo, una donna che deve essere colta, con una mente brillante che favorisca la conversazione anche su temi che non concernono propriamente il genere femminile (gli esempi più ovvi sono Caterina de Medici, Isabella di Castiglia, Elisabetta d'Inghilterra), anche se, di contro, si assiste a una progressiva esclusione nel sistema ereditario e successorio sconosciuta ai secoli precedenti; nei ceti mercantili, dove il rapporto tra impresa economica e gestione familiare è stretto, la donna che segue e sostiene il lavoro del proprio marito gode di particolare rispettabilità e, in caso di vedovanza, se perpetua il lavoro del defunto ottiene perfino l'accesso alle corporazioni in sua vece, e anche se non può condurre una strategia lavorativa propria ha comunque spazi di autonomia (naturalmente dipende anche dal carattere del marito: in questo caso sono le fonti private a costituire la base per conoscere tali argomenti).

IN CONCLUSIONE
Per concludere questo rapido e non abbastanza approfondito quadro sociale, il perido della riforma e i secoli immediatamente precedenti e successivi sono momenti di grandi cambiamenti, a volte di lungo periodo e a volte troppo repentini perché le persone riescano ad adeguarsi in modo indolore. Ne è un esempio la questione matrimoniale: i legami di concubinato precedentemente riconosciuti dalla società sono ora considerati invalidi, mentre legami matrimoniali contratti legalmente vengono portati in tribunale quando uno dei coniugi (o entrambi di comune accordo) cercano di approfittare del fatto che il rito è cambiato per sciogliere la loro unione. Le fonti giudiziarie del periodo sono piene di esempi. Le donne sono ora consapevoli della loro posizione giuridica e, pur avendo minore autonomia rispetto ai mariti, riescono comunque ad avvalersi dei propri diritti per questioni dotali, di custodia dei figli, di gestione della proprietà... temi estremamente moderni. Il matrimonio e la famiglia sono la base della società post-tridentina.

BIBLIOGRAFIA
  • C. Pancino, La natura dei bambini, Bononia University Press, Bologna 2015
  • C. Pancino, Storia sociale. Metodi esempi strumenti, Marsilio, Venezia 2003
  • D. Lombardi, Storia del matrimonio dal medioevo ad oggi, Il Mulino, Bologna 2008
  • G.P. Romagnani, La società di antico regime (XVI-XVIII secolo), temi e problemi storiografici, Carocci Editore, Roma 2010
  • R.H. Bainton, The Reformation of the Sixteenth Century, The Beacon Press, Boston 1952
  • C. Azzarra e A.M. Rapetti, La chiesa nel medioevo, Il Mulino, Bologna 2010


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Noi ci rivediamo tutti insieme il 13 ottobre per una giornata di recensioni!