domenica 29 aprile 2018

DOMINO LETTERARIO | RECENSIONE | "Longbourn House" di Jo Baker

Buongiorno, lettori! Il mese scorso avevo scelto di non partecipare al Domino Letterario perché per impegni personali non sarei riuscita a portare a termine la lettura di più di un paio di libri, ma questo mese aderisco di nuovo all'iniziativa e vi porto la recensione di Longbourn House, dell'autrice britannica Jo Baker.

Longbourn House
di Jo Baker
Ed: Einaudi - 382 pagine
Ebook6.99 euro - Copertina rigida18 euro - Brossura: 13 euro

Sarah è a servizio a Longbourn House da quando era bambina, ma non si è ancora rassegnata a certi compiti ingrati quali lavare la biancheria e svuotare i pitali dei signori. Questa pesante routine senza svaghi la opprime: non vuole accontentarsi di mandare avanti la casa d'altri come Mrs Hill, la governante, fa da sempre. Perciò, quando un giorno di settembre Mr Bennet assume a sorpresa un nuovo valletto, la gioia per la novità è grande. James ha il fisico asciutto e gli avambracci scuriti dal sole. Lavora di buon umore, fischiettando, ed è gentile, ma dà poca confidenza. Sembra sapere tante cose, eppure sul suo passato è stranamente vago. Ama i cavalli e dorme nel solaio della stalla: lí, su una mensola, ha dei libri e, sotto il letto, una sacca scolorita piena di conchiglie. È un mondo intero quello che apre per Sarah, una nuova geografia di orridi, vallette in fiore e campi di battaglia. Ispirato al non detto di Orgoglio e pregiudizio, Longbourn House ricostruisce con tono brioso la vita della servitú nell'Inghilterra di inizio Ottocento, facendo emergere tra le righe la fatica e le disuguaglianze su cui si reggeva il bel mondo.

Molto bello!

La prima cosa che ho pensato leggendo la quarta di copertina è stato datemi ancora più Austen, grazie ma mi sono ricreduta: Jo Baker non è la Austen, nel bene e nel male.

C'è un unico ostacolo da superare: dobbiamo lasciarci alle spalle l'immagine delle bucoliche e romantiche signorine Bennet che a quanto pare non hanno mai il ciclo né peli sotto le ascelle, non fanno la cacca e profumano sempre di rosa. Devo confessare che in effetti questo si scontra molto con la mia personale fantasia della vita. Amo pensare alla purissima vita in campagna, alla natura che ci circonda e che ci rende belli dentro. In realtà anche chi vive nell'idillio rurale produce scorie corporee e si ammala come gli altri: io vivo in campagna e tuttavia uso il gabinetto. Si tratta di una dicotomia che nella fantasia dei lettori non appare proprio superba, ma che nella realtà si fa tangibile, veritiera. Il volume si apre fin da subito con Sarah, la giovane cameriera: Sarah che ha i geloni sulle mani, Sarah che a pagina due scivola su una macchia di sterco di suino, Sarah che non sempre trova il tempo per lavarsi. Sarah che di certo non profuma di lavanda e di erba tagliata di fresco.

Se decidiamo di accettare la realtà, che per quanto meno romantica è comunque più probabile, siamo pronti per affrontare e giudicare Longbourn House.

Prima di tutto voglio specificare che non è esattamente un retelling. O almeno, non solo: è vero, ci sono palesi riferimenti all'opera originale e i personaggi stessi e i luoghi sono quelli di Orgoglio e Pregiudizio. I signori Bennet, le figlie, Netherfield Park... Ma la storia è completamente originale. La giovane Sarah vive con Mr e Mrs Hill e con la piccola Polly e la sua vita è monotona e priva di tono. Non aspetta altro che una novità che le dia una scossa, ma quando la novità arriva, Sarah non sa se esserne poi così contenta. E nel frattempo la signora Bennet si lamenta dei suoi nervi. La storia principale è quella della servitù, dei downstairs people. Che ai piani alti Lydia e Kitty ridacchino come matte e che Jane faccia da pacere tra Lizzy e Mary non è importante, è un contorno, è un di più. Ciò che conta è la servitù. Questa base di partenza mi ha fatto amare molto il romanzo: non è il solito retelling, dove la storia viene sì modificata e modernizzata ma in cui i protagonisti sono sempre quelli, anche con nomi diversi. Questa è, se vogliamo, la storia mai raccontata, è il margine della fotografia.

Molto buono lo stile, anche se confesso che avrei preferito qualcosa di più dinamico (ed ecco perché non ho potuto dare cinque stelline). Mi spiego. Mi sono piaciute moltissimo certe perifrasi e alcune immagini narrative, perfino nelle descrizioni dei lavori domestici più faticosi e disgustosi la Baker riesce a rendere in poche parole tutte le sensazioni del caso. Ho adorato la quotidianità, perché di fatto è proprio di questo che è fatta la nostra vita, si tratta di cercare avventure nell'ordinario: seguire Sarah passo dopo passo, osservare Mrs Hill che è costretta ad ascoltare la padrona che ciarla senza posa mentre in cucina le si scuoce la pasta del pane, sapere che la casa non è solo carta da parati a fiori e porcellane Royal Albert m anche bolle sulle mani, acqua fredda del mattino e spifferi mi è piaciuto da morire. Allo stesso tempo il ritmo della narrazione è - giustamente - un po' lento, un po' sonnacchioso come lo sono certe giornate, e avrei voluto un po' più di dinamismo e rapidità in certi passaggi. Si tratta comunque di un'inezia, soggetta grandemente alle mie opinioni personali, perciò prendetela come viene.

I personaggi sono una delizia. Quelli nuovi sono autentici, plausibili, ben costruiti e completi; quelli vecchi sono ripresi magistralmente, sono tutti in character e inseriti all'interno della trama come se fossero stati creati apposta. Non si sente alcuna forzatura. Non solo: vedere come Sarah e gli altri domestici interagiscono con loro e quali sono i loro pensieri è una meraviglia. Senza fare spoiler, il breve dialogo tra Sarah e il signor Collins è tanto delicato quanto autentico, ho adorato quella scena: lei che osserva Collins e il suo aspetto con un certo distacco, lui che è piuttosto prodigo nei suoi riguardi ma sbrigativo nei saluti... Tutto così vero da commuovermi. Quando si va a mettere le mani in un romanzo come Orgoglio e Pregiudizio si rischia di incappare in quei lettori so-tutto-io che si sentono defraudati e insultati non appena aprono il libro e scoprono che non è l'esatta copia dell'originale. Jo Baker credo non incorrerà mai in questo rischio!

Posso dire solo bene di Longbourn House. Dalla copertina italiana (che è una meraviglia, grazie Einaudi per queste perle) alla trama, dalla dolcezza dei personaggi alla credibilità del retelling, tutto è una gioia per la mente. Quattro stelline su cinque.

lunedì 23 aprile 2018

RECENSIONE | "Agatha Raisin e il veterinario crudele" di M.C. Beaton

Lettori, l'ultima volta che abbiamo parlato della mia adorata Agatha Raisin è stato a gennaio (qui il post), quando ho cominciato a recensire la montagna infinita il corposo numero di testi che compongono le sue avventure letterarie. Oggi ritorniamo nel suo piccolo villaggio di Carsely per affrontare un veterinario piuttosto impertinente - con gli animali e anche con le signore locali. Agatha Raisin e il veterinario crudele è il secondo romanzo.

Agatha Raisin e il veterinario crudele
di M.C. Beaton
Ed: Astoria - 219 pagine
Ebook8.99 euro - Brossura: 15 euro

Agatha Raisin, una cinquantenne imperfetta e per questo adorabile, che ha deciso di chiudere la propria società di PR per ritirarsi in campagna, è in dubbio se restare a Carsely o abbandonare tutto e tornare a Londra. La vita nei Cotswolds è un po' noiosa e i suoi tentativi di ammaliare James Lacey, il suo affascinante vicino, falliscono uno dopo l'altro. Nel frattempo scopre che in paese è arrivato un nuovo veterinario, nella cui sala d'aspetto c'è sempre una lunga fila di donne… Un po' per competizione, un po' per far ingelosire James, Agatha porta il suo sanissimo gatto a fare una visita e ne esce con un invito a cena. Ma la storia dura poco perché il veterinario muore in seguito a un incidente. Morte accidentale o omicidio? L’unico modo che Agatha trova per riallacciare i rapporti con James è quello di convincerlo che giocare ai detective può essere divertente.

Meraviglioso!

In questo secondo romanzo, troviamo Agatha ormai inserita nell'ambiente di Carsely, ma ancora tentennante per via della semplicità dell'ambiente rurale. Come al solito il suo personaggio è vibrante nel suo nervosismo e nella sua maleducazione: Agatha rimane una donna prepotente e un po' irrispettosa della meritocrazia, non esattamente la vicina di casa ideale. Non molto diversa dalla Agatha Raisin del primo libro.

L'intreccio del giallo è di nuovo tanto semplice quanto emozionante: la Beaton è insuperabile nel creare trame e sottotrame in un'ambientazione che non si presta per niente ai grandi crimini efferati. Stiamo parlando di un insieme di villaggi e case isolate in cui la gente tende a farsi gli affari propri e a non curarsi troppo di chi vive oltre la siepe del giardino, perciò ambientare qui un giallo vivace non è semplice. Ricordo che, a lezione di Letterature Nordiche all'università, la professoressa Cosimini disse una cosa intelligente: stavamo studiando Indridason, il famoso giallista islandese, e lei ci fece notare quanto talento occorra per inventarsi polizieschi e storie di detective in un'isola sulla quale ci sono a malapena 10 omicidi all'anno. La Beaton ha la stessa difficoltà, ma la supera con abile maestria.

I personaggi, come nel primo libro, riescono ad essere tanto comici quanto realistici. Nonostante alcuni di loro diventino a tratti delle macchiette, seguendo la vena umoristica dell'autrice, nei momenti maggiormente carichi di pathos diventano straordinariamente reali. Si tratta di un cambiamento notevole, un po' come Luna Lovegood che per i tre quarti del tempo è comica ma che ogni tanto dice cose estremamente sagge. Qui è lo stesso, nei momenti in cui la trama è rilassata si ride e si scherza, ma quando si attraversano momenti di tensione diventano realistici, veri, tanto nelle loro emozioni quanto nelle reazioni e delle battute.

Interessante la scelta del modo in cui viene commesso l'omicidio, che non rivelerò per evitare spoiler. Si tratta di un sistema contorto, difficile da scoprire per Agatha e - credo - complesso da ideare per la Beaton. Nel primo volume si trattava di avvelenamento; qui ci attestiamo su un livello più complesso. Certo, la Beaton non è la Christie: Agatha Raisin vive avventure semplici, con moventi semplici (in senso positivo) e di conseguenza non ci troveremo mai davanti a qualcosa come Dieci piccoli indiani o Poirot sul Nilo. Ciò considerato, trovo che la scelta di uccidere la vittima in un certo modo e per un certo motivo - di nuovo, non voglio fare spoiler - sia azzeccata, complicata e piacevolissima da affrontare durante la lettura.

Non posso non dare un punteggio pieno: si tratta di un libro che mi ha fatta molto ridere - complice anche il personaggio di Agatha, che nella sua sgarbata intelligenza è una compagna ironica e cinica, molto spassosa - e che mi ha comunque tenuta incollata per via dell'intreccio misterioso. Cinque punti su cinque solo perché non posso dare di più.

venerdì 20 aprile 2018

COVER REVEAL | "Garrett" di Federica Martina

Buongiorno lettori. Oggi ci rimettiamo in pari con un post che avrebbe dovuto arrivare online lunedì, ma che per ragioni personali non sono riuscita a pubblicare fino ad ora. Chiedo di perdonarmi a voi e soprattutto a Federica Martina, autrice di Garrett, volume in uscita il 1 maggio e del quale sono felice di mostrarvi la copertina!

Garrett
di Federica Martina
Ed: Selfpublishing - 200 pagine
Ebook: 2.99 euro - Brossura: N/A

Quando Bradford Garrett Gordon-Lennox, per tutti semplicemente Garrett, varca la soglia della casa paterna, quelle sono le uniche parole dell'uomo che gli rimbombano in testa. Uno dei massimi insegnamenti che il padre ha voluto instillargli e con la certezza che lo comprendesse in pieno. Cacciato via da casa a soli sedici anni. Ormai sono passati più di dieci anni da quel giorno, ma il giovane avvocato non ha ancora perdonato l'Ammiraglio per averlo costretto a essere quello che lui non era. Gli anni in lo ha segregato alla base di Annapolis, imponendogli la sua visione del mondo, gli pesano sul petto come massi e tornare in quella villa, camminare in quelle stanze permeate dalla presenza del genitore, non lo aiuta a scacciare lontano quei ricordi difficili da digerire. Ma nonostante questo lui è tornato a casa, perché il padre è morto. Giace dentro una bara di legno inerme, anche se tutto intorno al giovane la presenza è forte come se fosse ancora vivo. Garrett deve quindi affrontare il giudizio di estranei e parenti che arrivano per il funerale e allo stesso tempo combattere con i ricordi. Restare tra quelle quattro mura fino al giorno seguente e dimostrare a tutti che si può essere gay e uomini allo stesso tempo. Un intero giorno a White Hall la sua casa natale in cui per Garrett passato e presente si mescolano come carte in una partita di poker, per fortuna ha imparato ha solcare le onde in tempesta di un passato che sopraggiunge a vele spiegate e accanto a se ha Mark e Augustus che gli fanno da spalla.

Federica Martina è di Torino. Ha iniziato quasi per gioco a pubblicare un racconto breve su Amazon nel lontano 2015 e da allora non ha più smesso. Il genere MM è quello che più la attira, ma non disdegna i fantasy, i romance FM o gli storici. Legge tantissimo e fin dall'inizio ha aperto un blog, L'isola di Skye, in cui prova a dare visibilità a self italiani come lei e alla piccola realtà editoriale che la circonda. Oltre a Garrett in uscita, gli altri sui romanzi dello stesso genere sono: A causa tua, Touchdown e Pelle. La potete trovare anche sulla sua pagina Facebook.

giovedì 19 aprile 2018

MY WORLD AWARDS 2018

Buongiorno lettori carissimi! Eccomi di ritorno con un post speciale: sono stata nominata da La libreria di Beb nei My World Awards 2018. Come è accaduto in passato con il Blogger Recognition Award e con il Liebster Award, anche in questo caso ci sono delle task da completare per poter partecipare. Prima di tutto, però, vi invito a seguire Beb sul suo blog, è una persona brillante e piena di energia e di idee! Tutti da lei, su.


LE REGOLE:
  • Seguire e taggare il blog che ti ha nominato
  • Rispondere alle sue 10 domande
  • Nominare a tua volta 10 blogger
  • Formulare altre 10 domande per i blogger nominati (le domande possono essere su VITA PRIVATA, VIAGGI, CINEMA, ESTETICA, MUSICA, SERIE TV, LIBRI e CIBO)
  • Informare i blogger della nomination

LE DOMANDE DI BEB

1 - Abbina una fragranza di tè a un libro
Io compro abitualmente il tè in un negozio di Ferrara, non lontano dal duomo, che a sua volta si serve da La via del tè. Da loro c'è una fragranza in particolare, Pirati dei Caraibi, che sebbene odori un po' di medicina ha un sapore davvero delizioso. Essendo un po' intenso, mi ha sempre ricordato testi ricchi di spessore come L'eleganza del riccio.

2 - Immaginati dentro una storia, in quale libro saresti?
Lo Hobbit, subito. Prima di tutto perché il piccolo Bilbo è il mio personaggio preferito di tutti i tempi e poi perché la seconda colazione, diamine.

3 - Di quale libro cambieresti il finale?
Di nessuno. Anche le conclusioni più insoddisfacenti sono frutto di tanto lavoro da parte degli autori e non avrei alcun diritto di cambiare nulla. Certo che il finale di La maledizione dell'erede è abbastanza idiota, ma tant'è...

4 - Qual è il tuo habitat per leggere?
Qualsiasi habitat va bene, riesco a concentrarmi sia nel silenzio sia nella confusione, perciò non ho un ambiente preferito per leggere!

5 - Quale personaggio vorresti che ti invitasse a cena?
I gemelli Weasley, ci sarebbe da ridere davvero tantissimo!

6 - Che serie tv stai seguendo ultimamente?
Ne seguo talmente tante che per comodità vi rimando al mio profilo di TV Time. Se dovessi sceglierne solo una, però, vi direi Wallander della BBC, con Kenneth Branagh. Un investigatore tremendamente sconfitto dalla vita, diabetico e con un grande senso dell'empatia e della giustizia.

7 - Elenca i 5 cibi che non puoi assolutamente vedere.
Carciofi, carciofi, carciofi, direi anche i carciofi e poi ora che ci penso non so se vi ho detto dei carciofi.

8 - Cosa ne pensi della letteratura per l'infanzia?
Penso sia fondamentale nella formazione dei bambini. Indipendentemente dalla qualità del libro o dalle tematiche che affronta, la lettura in sé è utilissima per i piccolini in crescita. Inoltre anche per gli adulti, a volte, è bello perdersi un po' nelle pagine che normalmente si rivolgono ai più giovani.

9 - Qual è il film che hanno tratto da un libro che ti è piaciuto di più?
Questa è un po' difficile. Per l'affetto e la passione che mi suscita, dico Robin Hood - Principe dei Ladri del 1991 con Kevin Costner. Pur essendo un pochino povero di accuratezza storica, è ben recitato ed è molto avvincente! In più il mio amore sconfinato per la storia di Robin Hood non può non farmelo amare!

10 - Dove vorresti essere ora?
Sono contenta di questa domanda, perché per la prima volta da molti anni vorrei essere esattamente dove mi trovo adesso. In questo periodo sono assolutamente felice e non cambierei niente  (karma sto aspettando la tua mossa).

I BLOG CHE VOGLIO NOMINARE

LE MIE DOMANDE PER VOI
1 - Quale canzone useresti come colonna sonora per questo momento passato a lavorare al blog?
2 - Quale gusto di gelato pensi ti rappresenti meglio? Perché?
3 - A quale serie televisiva sei più legata emotivamente? Non parlo di quella che ami di più, ma di quella che per te è più importante.
4 - Hai appena vinto un buono di 20 euro da spendere in libri. Cosa compri prima di tutto?
5 - Se potessi avere una relazione con un personaggio di un libro, chi sarebbe? Non parlo necessariamente una storia d'amore, parlo di qualsiasi tipo di relazione interpersonale.
6 - Quale superpotere vorresti avere?
7 - Quale paese vorresti visitare, se potessi partire domani?
8 - Un must have della tua borsa, la cosa senza cui non usciresti mai.
9 - Che rapporto hai con i social media? Ti senti a tuo agio nell'usarli?
10 - Oltre che blogger, siamo anche lettori e lettrici di blog. Cosa ti piace trovare nei siti degli altri, quali sono gli articoli che cerchi e leggi più volentieri?

GRAZIE AI PARTECIPANTI E BUON DIVERTIMENTO ❤

giovedì 12 aprile 2018

COVER REVEAL | "Dove cadono le emozioni" di Maria Capasso

Amici lettori, bentornati per un altro cover reveal! Come alcuni di voi forse sanno aprile è il mese tradizionalmente dedicato alla poesia ed è con grande gioia che vi parlo di una nuova raccolta di poesie firmata Maria Capasso! Eccovi la copertina e i dati principali!


Dove cadono le emozioni
di Maria Capasso
Ed: PubMe
Ebook: 0.99 euro

Questa raccolta di poesie è nata per raccogliere le emozioni.
Spesso sono quelle del presente e ci fanno sorridere.
Spesso sono quelle del passato e ci intristiscono per ciò che non c'è più.

lunedì 9 aprile 2018

Biblioteche dal mondo #3 | La Wren Library del Trinity College


Rubrica casuale inventata da me in cui vi parlo di librerie, biblioteche
ed eventi letterari organizzati nel mondo.

Buongiorno, lettori! Oggi torniamo a viaggiare con la fantasia! Come sapete se mi seguite da tempo una mia grande passione al di là della lettura è visitare posti nuovi e, quando non posso farlo dal vivo, lo faccio leggendo di luoghi lontani. Per questa puntata di Biblioteche dal Mondo ho pensato che potrebbe essere interessante conoscere qualcosa in più della grande Wren Library del Trinity College di Cambridge, nel Regno Unito.


Il Trinity College è uno dei trentuno college dell'Università di Cambridge, e trentuno è anche il numero di studenti formatisi qui che hanno in seguito vinto un Premio Nobel - per non parlare di coloro che hanno ricevuto altre onorificenze. La sua lunga tradizione accademica lo rende uno dei principali collegi universitari del Regno Unito.

Viene fondato nel 1546 da Enrico VIII grazie ad un compromesso: siamo nel pieno dello scisma religioso, durante il quale il sovrano si impegna nella confisca dei beni di ogni istituzione cattolica; due collegi di Cambridge, per evitare di subire lo stesso destino, rivolgono un appello alla sesta regina, Catherine Parr, che suggerisce al re di non accanirsi su questi istituti accademici. Per evitare di creare un precedente, Enrico pone come clausola che essi si uniscano in un collegio fondato ex novo, che di fatto non è altro che i due vecchi collegi messi insieme, ma che sulla carta risulta di nuova fondazione regia.

Al complesso di edifici originario si aggiungono in seguito altre costruzioni accessorie, erette tra il XVI e il XVII secolo. Numerose sono le corti, quei bellissimi giardini circondati da chiostri che tanto ricordano Hogwarts, una delle quali è dedicata a Thomas Nevile, rettore dal 1593, che ristruttura quasi completamente il complesso fino a renderlo adatto ad ospitare molti più studenti e innumerevoli attività. Tra le altre, la Wren Library viene costruita alla fine del XVII secolo.

Si tratta di una biblioteca disegnata nel 1676 da Christopher Wren, un geometra e astronomo britannico che dopo il grande incendio di Londra del 1666 ha il merito di ricostruire innumerevoli edifici. Conclusa nel 1795, la Wren Library si costituisce di un'unica stanza che affaccia sulla Nevile's Court da un lato e sul fiume Cam dall'altro.

Wren Library osservata dalla Nevile's Court
Si tratta della prima biblioteca disegnata appositamente per avere larghe finestre, per favorire l'uso della luce naturale. Il colonnato su cui si appoggia - ben visibile nella foto qui sopra - è di ampio respiro e risponde alle esigenze architettoniche di armonia e simmetria.

Le scaffalature sono poste perpendicolarmente alle finestre, a intervalli regolari tra una vetrata e l'altra, in modo che le coste siano sempre perfettamente leggibili indipendentemente dalla posizione del sole. Accanto ad ogni scaffale è posto, al di sopra di un piedistallo in legno intagliato da Grinling Gibbons, un busto in marmo: ogni busto rappresenta un noto autore dei secoli precedenti la costruzione della biblioteca. L'unica eccezione è una statua a figura intera di Lord Byron, ex studente del Trinity, che viene aggiunta successivamente (la statua viene inizialmente offerta dallo scultore Bertel Thorvaldsen a Westminster Abbey, per il suo Angolo dei Poeti, ma l'offerta viene rifiutata a causa della dubbia moralità del soggetto e così la statua finisce al Trinity). Altre quattro sculture sono visibili sul tetto, sul lato est dell'edificio: la Divinità, la Fisica, la Matematica e la Legge.

L'interno della biblioteca. In fondo si nota la statua di Byron.

I libri contenuti all'interno sono testi rarissimi: prime edizioni, il quaderno personale di Newton e, tra tanti scienziati, poeti e matematici, trova il suo posto anche il manoscritto di Winnie The Pooh  e The House at Pooh Corner di A.A. Milne.

Avete avuto l'occasione di visitare questa biblioteca dal grandissimo valore storico? Cosa pensate della bellezza dell'edificio? Lasciatemi un commento qui sotto o inviatemi una mail, sono curiosa di conoscere i vostri racconti!

venerdì 6 aprile 2018

RECENSIONE | "In cammino verso Compostela" di Beatrice Masci

Buongiorno, lettori! Buon venerdì a tutti, qui la primavera ormai ha conquistato quasi tutto, il mio giardino ha cominciato ad essere ogni giorno più luminoso! Spero che da voi sia altrettanto bello!
Oggi lasciamo l'Italia con la mente e parliamo di In cammino verso Compostela di Beatrice Masci. Vediamo insieme i dati principali e poi passiamo alla recensione.


In cammino verso Compostela
di Beatrice Masci
Ed: Montag - 67 Pagine
Brossura: 12 euro

Ogni anno centinaia di migliaia di persone intraprendono il Cammino verso Santiago de Compostela. Un cammino che non è soltanto una prova fisica, ma un vero viaggio dentro se stessi. Con passione, ironia e arguzia, Beatrice Masci fa raccontare ai suoi piedi gli ottocento chilometri percorsi in 33 giorni, con una vera e propria immersione nella sacralità dei luoghi percorsi e dei pellegrini incontrati, in un'alternanza di sorrisi e riflessioni che faranno "bere" al lettore il racconto di un cammino in cui si "annullano le differenze e si arriva all'essenziale".

Sufficiente

Il pellegrinaggio che porta fino a Santiago de Compostela, si sa, è una grande esperienza - esperienza che spero di fare io stessa un giorno. Conosco persone che lo hanno fatto a piedi, altri a cavallo, un mio amico e la sua ragazza lo hanno fatto con un tandem insieme al loro bambino di due anni. Si tratta, come tutti i pellegrinaggi del resto, di un periodo limitato ma molto speciale della propria vita e come tale ha un'importanza e un significato differente per ciascuno.

In cammino verso Compostela si articola in un modo molto particolare: non c'è esattamente una canonica divisione in capitoli, preferisco pensare che sia una divisione in momenti. Si tratta di una scelta che ben si adatta al diario di viaggio e che personalmente ho apprezzato molto, perché ho letto troppi diari che in realtà sono stati rimaneggiati talmente tanto in fase di pubblicazione da non sembrare più tali. Qui c'è una precisa divisione in giornate, ognuna delle quali si articola in paragrafi che scandiscono i diversi momenti della giornata. Mi è piaciuto, è qualcosa che ho visto di rado e l'ho molto apprezzato.

Molto utile la presenza delle fotografie: in ogni libro che parli di viaggio ci devono essere, altrimenti manca una parte fondamentale. Non so se sia stata una scelta dell'autrice o della casa editrice, ma il fatto che siano in bianco e nero forse stempera un pochino l'emozione che danno certi colori; allo stesso tempo mi sento di apprezzare la mancanza di quelle operazioni di editing talmente palesi da rendere le fotografie posticce. Qui, se da un lato c'è poco colore, dall'altro c'è una genuinità apprezzabile: si ricollega al discorso della divisione in capitoli, In cammino verso Compostela è effettivamente un diario di viaggio. La fotografia del mare dal faro di Finisterre e del particolare dello scarpone è spettacolare, l'acqua sembra così vicina da poterla toccare.

Passiamo ora ai punti dolenti.

Il testo è composto da un'alternanza di riflessioni e dialoghi. Una buona scelta, sempre per il discorso dell'attinenza al genere scelto, però le porzioni di testo organizzate a dialogo sono molto difficili da seguire: capisco la ragione che sta alla base, perché è come quando ci troviamo in mezzo a un folto gruppo di persone, non sempre capiamo chi sta parlando. Allo stesso tempo, però, per giudicare un libro devo farlo dal punto di vista di lettore e come tale trovo i dialoghi poco chiari. Non si capisce chi stia parlando e, soprattutto all'inizio, quando ancora non si è entrati completamente nel mondo della Masci, diventa faticoso - al punto che in un primo momento credevo che stessero parlando i genitori di Beatrice. Proseguendo con la lettura le cose si fanno più limpide e si capirà che si tratta di un dialogo tra le diverse parti del corpo di Beatrice, il che di per sé è un espediente divertente, ma che qui viene ripetuto molto spesso e a tratti smorza il ritmo della narrazione.

Mi rendo conto che questo è un problema mio. Ho capito le ragioni di queste scelte e mi rendo anche conto che servono anche a divertire il lettore. In un certo senso mi fa arrabbiare il non essere riuscita a divertirmi, ma purtroppo invece di apprezzare questi dialoghi e battute ho provato un certo fastidio durante la lettura, ho preferito assolutamente le riflessioni personali. Ho trovato alcune brillanti descrizioni di quello che significa il pellegrinaggio verso Compostela e mi sarebbe piaciuto che l'intero libro fosse così. Provavo la stessa cosa da bambina nei confronti di quelle vignette in cui gli organi interni di Snoopy si lamentano quando lui fa jogging: mi hanno fatto ridere un paio di volte, non di più. In breve: se leggo un diario di viaggio è perché mi interessa sapere dov'è stato l'autore, cosa ne ha pensato, le sensazioni che ha provato; le battute del suo cuore che chiacchiera con i piedi e con la schiena dolorante sono spassose la prima volta, ma dopo allontanano la mente di chi legge dallo scopo principale del libro.

L'autrice si è dimostrata brillante e spiritosa, ricca di acume nel cogliere le sfaccettature di ciò che significa partire per un viaggio che è lungo, faticoso, a tratti alienante e al contempo bellissimo. So che ha scritto un altro testo e sono decisa a leggere anche quello, perché mi rendo conto che alle spalle c'è talento e che forse, cambiando genere letterario, riuscirò ad apprezzarla di più.
Per il momento, tuttavia, a In cammino verso Compostela non posso dare che due punti su cinque.

martedì 3 aprile 2018

SOCIAL BLOOMING | Bookstagram in a nutshell

Buongiorno, lettori carissimi! Bentornati ad un appuntamento con Social Blooming, la sezione dedicata ai social nella quale parliamo di come sfruttare al meglio le vostre potenzialità creative sul web. Oggi torniamo a studiare un po' il mio amato Instagram, il mio social preferito, e in particolare parliamo di Bookstagram, ossia di quegli account che di questo social hanno fatto una vetrina per raccontare le proprie letture. In questo post mi limiterò a una breve introduzione a questo mondo magico, prossimamente parleremo delle app di editing, delle didascalie, degli account più interessanti... Cominciamo!

Cos'è Bookstagram
Come abbiamo detto prima, Bookstagram è quella nicchia di Instagram in cui è possibile trovare migliaia e migliaia di account tutti dedicati alla lettura e alla diffusione di nuovi titoli. Un po' come Booktube per Youtube, solo che qui si comunica per immagini. L'immagine è il mezzo di comunicazione più immediato che IG ci mette a disposizione e Bookstagram non fa eccezione.

Entrare nella community
Non c'è nulla di più facile e veloce. Vi basta scaricare l'app di Instagram e iscrivervi scegliendo un username che faccia al caso vostro. Se avete già un blog o un canale youtube vi conviene far sì che i nomi coincidano; in alternativa, se Bookstagram è il vostro punto di partenza, sappiate che avete a disposizione 30 caratteri da usare come preferite. L'unica cosa che raccomando è di scegliere un nome semplice: "EleonoraLeggeLibri" è semplice da ricordare, "3l30n0r4" non lo è affatto. In ogni caso è possibile cambiare il vostro nome più tardi, se cambiate idea.

Come cominciare
Non esiste una regola base: per cominciare a partecipare attivamente alla community potete postare la vostra prima foto, oppure seguire gli account che vi piacciono di più e commentare sotto le loro fotografie. Interagite con gli altri: una qualità di Bookstagram è quella di avere un gruppo di utenti molto coeso e amichevole, pur essendoci un grande desiderio di avere molti seguaci non c'è una grossa rivalità tra account - almeno per la mia esperienza - quindi nel giro di poco tempo vi troverete già inseriti al meglio.

Il primo post dedicato interamente a Bookstagram si conclude qui. Ci rivediamo più avanti con un post sulle basi di cui avete bisogno per avviare un account nel modo migliore!