lunedì 15 gennaio 2018

RECENSIONE | "Agatha Raisin e la quiche letale" di M.C. Beaton

Buongiorno lettori! Oggi voglio cominciare insieme a voi una serie di recensioni con un tema molto particolare: Agatha Raisin. Molti magari non ne hanno mai sentito parlare e noi rimediamo subito! Si tratta di una serie di libri che hanno per protagonista la signora Raisin, donna londinese di mezza età che dopo un pensionamento estremamente anticipato molla tutto, compra un cottage nelle Cotswold e si ritrova ad indagare su un omicidio dopo l'altro. Io ho amato tutti questi libri, li ho letti ad agosto e non ne ho mai fatto una recensione. Dato che ultimamente ho visto la serie tv che ne è stata tratta,  ho pensato fosse il caso di rimediare. Perciò, eccomi qui! Essendo innumerevoli, preparerò una recensione su Agatha al mese per non stancare nessuno - di questo passo tra cinque o sei anni avremo finito!

Agatha Raisin e la quiche letale
di M.C. Beaton
Ed: Astoria - 257 pagine
Ebook4.99 euro - Brossura: 16 euro
 
Agatha Raisin, cinquantenne dal carattere difficile, decide di cambiare vita: chiude la società di PR, che le ha permesso di guadagnare un bel po' di soldi, lascia Londra e si trasferisce nei Cotswolds, un'area di pittoresca bellezza nel cuore dell'Inghilterra. Carsely, il piccolo e perfetto villaggio dei suoi sogni, è sublime: gli abitanti sono stravaganti e gentili, il cottage comprato da Agatha è scomodo al punto giusto, abbondano i vestiti a fiori tipo Laura Ashley, e la cordialità è un po' di facciata. A Londra non si era accorta di non avere amici, ma giunta a Carsely si ritrova sola e isolata. Donna attiva e prepotente, Agatha non si accontenta di inserirsi nella nuova comunità ma vuole diventare anche popolare. Come fare? Partecipare a una gara culinaria. E se non si è in grado di cucinare? Andare a Londra e comprare un'ottima quiche. E se il giudice della gara muore mangiando la quiche? Ingiustamente accusata di aver provocato una morte e giustamente additata per aver imbrogliato, Agatha investiga...
Meraviglioso!

Cominciamo con il dire che Agatha è antipatica. Non un pochino antipatica, ma moooolto antipatica, così fastidiosa da suscitare in me un senso di tenerezza. La protagonista del romanzo è assolutamente unica, di solito si tende a scusare il proprio personaggio principale addolcendo i suoi lati grigi, ma la Beaton non fa nulla del genere e rende il suo personaggio dolcemente odioso.

Lo stile è molto fresco e vivace. Agatha è graffiante e intorno a lei si muovono personaggi e situazioni ironiche, al limite della verosimiglianza, che la Beaton gestisce in modo molto consapevole: è come se, in un certo senso, avesse preso persone vere e le avesse riportate sulla carta così come sono. I personaggi sono sempre fedeli a se stessi, al punto da risultare in un certo senso piacevolmente prevedibili. Le parole, le costruzioni lessicali e le immagini narrative che la Beaton utilizza sono programmate per far sentire il lettore a casa propria, come se fosse a sua volta un abitante del piccolo villaggio di Carsely. Io vivo in un piccolo paese dove tutti conoscono tutti e amo le storie in cui i personaggi abitano in una cerchia ristretta (non a caso, adoro Elisabetta Gnone e i suoi romanzi per ragazzi). La Beaton è in grado di trasmettere questa sensazione.

I personaggi, al di là di Agatha, sono molto piacevoli. Anche quelli più sgradevoli, come la fastidiosa vicina di casa, svolgono un ruolo gestito alla perfezione dall'autrice. Mi spiego meglio: di solito nei romanzi in cui ci sono molte persone in un unico posto (un esempio per tutti: Hogwarts) si rischia di incorrere nel problema di dimenticarsi della moltitudine. Nei romanzi corali, dove ci sono molti personaggi principali, questo problema non si incontra, ma nel momento in cui ci devono essere un'unica protagonista e una grande massa di persone tutte intorno a lei che si muovono, vivono e agiscono senza influenzare la trama principale, si rischia di far percepire al lettore una assenza di tali persone. Nel caso specifico di questo volume, il rischio è di far sembrare Agatha l'unica in movimento, con una Carsely totalmente deserta tranne quando è necessario. Sono invece le piccole cose, le piccole persone, le azioni "inutili" ai fini della trama, a darle profondità. Forse non ho usato le parole giuste, spero di essermi spiegata bene. La Beaton va vivere un intero villaggio in poche frasi.

L'ambientazione è una cosa sublime, ma su questo io sono un giudice poco affidabile. Amo molto l'Inghilterra, in particolare l'area rurale, e non mi stanco mai di leggere di questi luoghi stupendi. Le Cotswold sono anche il luogo in cui è girata la serie tv di Padre Brown e come si può non adorare questi villaggetti così piccoli e pittoreschi? Un po' come certi paesi toscani, come Pienza, sono così belli e ben tenuti da far venire il diabete anche all'ultimo dei cinici.

Riguardo il giallo, trovo che sia stato costruito molto bene. Come avete letto dalla sinossi, un uomo ha mangiato una quiche ed è morto avvelenato: abbiamo il luogo del delitto, abbiamo l'arma, mancano il movente e il colpevole. La costruzione delle indagini e il risultato finale sono parte di un incastro ben riuscito, anche se è tipico di Agatha imbattersi nella soluzione per caso, nonostante quasi trecento pagine di indagini. Un espediente divertente, che la rende diversa dalle varie Miss. Marple in circolazione nelle nostre librerie. Cinque punti su cinque, non uno di meno!

Nessun commento:

Posta un commento

Ciao! Grazie per il tuo commento, è sempre un piacere sapere che i post stimolano l'interesse dei lettori ❤ Risponderemo a breve!