lunedì 9 ottobre 2017

BLOGTOUR | "La colonna di fuoco" di Ken Follett - Panoramica sociale

Buongiorno, lettori! Oggi è il mio turno di partecipare a un evento davvero speciale: il blogtour dedicato a La colonna di fuoco di Ken Follett, organizzato in collaborazione con Mondadori. Nelle puntate precedenti (che troverete riassunte più in basso nell'elenco delle tappe) le mie colleghe hanno parlato dei personaggi e del contesto storico in cui si muove la vicenda. Oggi qui su Reading in the T.A.R.D.I.S. parliamo invece del contesto sociale!

COSA VUOL DIRE VIVERE NEL PERIODO DELLA RIFORMA?
Essere uomini e donne in età adulta al tempo della grande riforma che sconvolge l'europa nel XVI significa vivere un periodo di incertezza religiosa, ma anche politica.
In un contesto europeo in cui i sovrani devono ancora cercare una giustificazione divina alla propria pretesa di potere, coloro che non sono considerati degni dai propri sottoposti sono anche quei re e regine più facilmente spodestabili. Anche se è ormai superata da tempo la dicotomia impero/papato, pur non potendo più parlare di lotta per le investiture da ormai tre secoli, la questione religiosa è ancora alla base della legittimazione del potere. Ne abbiamo un esempio lampante con Enrico IV di Francia, che pur di ottenere il potere in modo legittimo (e dunque definitivo) sceglie di abiurare il proprio credo calvinista in favore di una conversione al cattolicesimo. Non sappiamo se abbia davvero pronunciato la famosissima frase "Parigi val bene una messa", ma il significato è chiaro: pur di ottenere Parigi e con essa la Francia, chiunque si sarebbe trasformato in un fervente devoto.

Da un punto di vista strettamente personale, la fede delle persone sta attraversando una crisi profonda che trova le sue radici ben prima dell'affissione delle famose 95 tesi luterane. Dobbiamo tornare indietro di almeno quattro secoli per trovare l'origine di questa incertezza religiosa. Nel pieno medioevo, infatti, le richieste di rinnovamento clericale da parte della comunità cristiana europea si fanno così pressanti che sorgono in modo spontaneo movimento religiosi dal profondo messaggio evangelico: i Catari, i Patarini, i Flagellanti e i Bianchi sono solo alcuni esempi; tra gli altri, Francesco d'Assisi comincia la sua predicazione proprio per tentare di dare una risposta alle urgenti richieste di innovazione evangelica della Chiesa di Roma.

Questo, tuttavia, non basta: i diversi Papi che si susseguono reagiscono in modo diverso alla nascita di questi gruppi religiosi: alcuni, come i Catari, vengono accusati di eresia e contro di loro viene organizzata una vera crociata che ha tutto di politico e nulla di religioso; ci sono i seguaci di Pietro di Bruis, talmente distanti dalle ormai assodate regole ecclesiastiche che il loro leader viene bruciato sul rogo; altri, come i Flagellanti, sono un movimento destinato ad esaurirsi da solo; altri ancora, come gli ordini mendicanti nati a seguito delle predicazioni di Francesco d'Assisi, vengono ammessi all'interno del sistema ecclesiastico dopo essersi dotati di una regola approvata dalla curia (oltre i Francescani ricordiamo i Domenicani, gli Agostiniani, i Carmelitani e i Serviti).

Infine, nel 1274 la bolla papale Religionum diversitatem nimiam chiude temporaneamente la questione, cercando di dare un senso alle diverse esperienze pauperistiche.

Vivere dunque in secoli simili significa anche attraversare un momento di grandissima incertezza religiosa ed escatologica, senza contare le problematiche politiche che questo comporta: guerre civili ed emarginazione, inaccettabili differenze sul piano giuridico, paletti posti al matrimonio, all'avanzata di carriera, alla possibilità di accedere a cariche pubbliche. Far parte della religione sbagliata crea un clima di insicurezza e pericolo costanti, che tuttavia possono mutare da un giorno all'altro sulla base delle decisioni prese dall'alto.

E LE DONNE?
Dal momento che la storia di genere è una delle branche che preferisco, ho deciso di dedicare alle donne in epoca della riforma un approfondimento più ampio. Cosa vuol dire essere una donna ora?

Al contrario di quanto si potrtebbe pensare, la figura della donna non rimane ai margini dell'azione riformatrice: il genere femminile è anzi profondamente coinvolto. Tuttavia, mentre gli uomini agiscono come gruppo sociale compatto, come "popolo" riconosciuto dalle autorità, le donne non costituiscono un comparto sociale a sé (con l'unica eccezione delle monache, riunite nei vari ordini). La loro partecipazione, dunque, non è collettiva, bensì individuale.

In area britannica (che è poi quella che interessa il nostro blogtour) il coinvolgimento femminile attraversa tutte le classi sociali: le donne dell'élite svolgono attività utili a tutta la comunità, come la stesura e/o traduzione di testi religiosi, l'attività di patronage, ossia di protezione nei confronti di quelle categorie dei pauperes, ossia i poveri, gli orfani, gli ammalati.

Tanto i protestanti quanto i cattolici propongono un modello femminile risalente all'XI secolo (quando con la riscoperta del diritto romano e degli scritti aristotelici il genere femminile viene retrocesso ad una posizione subordinata, cosa che invece non avviene affatto nei primi secoli del medioevo). Tale modello prevede che la donna sia casta, silenziosa e obbediente, deve essere devota senza ostentare la propria fede, dedicandosi alla preghiera, alla casa e ai figli. Per le donne protestanti, inoltre, l'esortazione al matrimonio assume un ruolo preponderante in quanto per molte delle dottrine non cattoliche è solo attraverso il matrimonio che uomini e donne compiono la volontà di Dio. Le donne non sposate sono guardate con sospetto, qualsiasi sia la loro classe sociale. La donna sposata, invece, soprattutto se moglie del pastore, ricopre un ruolo sociale preminente: non dimentichiamoci di Caterina di Bora, la moglie di Lutero stesso, e del suo ruolo protagonista negli eventi della riforma.

Per la prima volta avviene una definizione del rito del matrimonio. Nei secoli precedenti, il matrimonio non solo non era materia strettamente ecclesiastica, ma era considerato un semplice concordato giuridico, un contratto tra le famiglie degli sposi che si concludeva attraverso versamenti di denaro svolti in tempi diversi (spesso molto lunghi) l'ultimo dei quali era il morgengabe, il dono del mattino, fatto dallo sposo alla sposa il mattino dopo la prima notte di nozze. Era, di fatto, un contratto economico e giuridico. Ora, a causa della nuova rilevanza religiosa data al matrimonio da queste nuove dottrine, il rito matrimoniale viene definito attraverso manuali e regole ben precise. L'idealizzazione del matrimonio e la contemporanea subordinazione della donna nella vita quotidiana sono i tratti chiave della vita delle donne nel periodo della riforma, insieme ai valori di carità, ospitalità, devozione.

Nel mondo protestante inglese nello specifico, viene sottolineato il valore quasi missionario della moglie all'interno delle mura domestiche, la casa diventa un "seminario della Chiesa" in cui la donna guida la preghiera di servi e figli.

Diversa è l'area cattolica: nei paesi che seguono la Chiesa di Roma il valore principale è ancora quello della castità, per cui la scelta monacale per le donne cattoliche è ancora aperta e guardata con ammirazione, all'opposto dell'area protestante. Naturalmente non dobbiamo pensare che questo sia dovuto ad una maggiore apertura mentale dei cattolici, anzi: è più probabile che fosse un semplice desiderio di controllo delle donne non sposate, inserite all'interno di un'istituzione riconosciuta e dunque controllabile dalla curia. Ne è un esempio l'ordine delle Orsoline, che in un primo momento si spostano e predicano al pari di colleghi monaci di sesso maschile, ma che dal 1612 sono costrette a vivere all'interno di conventi chiusi.

Al di fuori della famiglia o del monastero, la donna diventa pericolosa per l'ordine sociale.

Nei differenti ceti, naturalmente, si aprono spazi di autonomia più o meno ampia: nell'ambiente di corte cinquecentesco viene proposto un modello di donna più o meno autonomo, una donna che deve essere colta, con una mente brillante che favorisca la conversazione anche su temi che non concernono propriamente il genere femminile (gli esempi più ovvi sono Caterina de Medici, Isabella di Castiglia, Elisabetta d'Inghilterra), anche se, di contro, si assiste a una progressiva esclusione nel sistema ereditario e successorio sconosciuta ai secoli precedenti; nei ceti mercantili, dove il rapporto tra impresa economica e gestione familiare è stretto, la donna che segue e sostiene il lavoro del proprio marito gode di particolare rispettabilità e, in caso di vedovanza, se perpetua il lavoro del defunto ottiene perfino l'accesso alle corporazioni in sua vece, e anche se non può condurre una strategia lavorativa propria ha comunque spazi di autonomia (naturalmente dipende anche dal carattere del marito: in questo caso sono le fonti private a costituire la base per conoscere tali argomenti).

IN CONCLUSIONE
Per concludere questo rapido e non abbastanza approfondito quadro sociale, il perido della riforma e i secoli immediatamente precedenti e successivi sono momenti di grandi cambiamenti, a volte di lungo periodo e a volte troppo repentini perché le persone riescano ad adeguarsi in modo indolore. Ne è un esempio la questione matrimoniale: i legami di concubinato precedentemente riconosciuti dalla società sono ora considerati invalidi, mentre legami matrimoniali contratti legalmente vengono portati in tribunale quando uno dei coniugi (o entrambi di comune accordo) cercano di approfittare del fatto che il rito è cambiato per sciogliere la loro unione. Le fonti giudiziarie del periodo sono piene di esempi. Le donne sono ora consapevoli della loro posizione giuridica e, pur avendo minore autonomia rispetto ai mariti, riescono comunque ad avvalersi dei propri diritti per questioni dotali, di custodia dei figli, di gestione della proprietà... temi estremamente moderni. Il matrimonio e la famiglia sono la base della società post-tridentina.

BIBLIOGRAFIA
  • C. Pancino, La natura dei bambini, Bononia University Press, Bologna 2015
  • C. Pancino, Storia sociale. Metodi esempi strumenti, Marsilio, Venezia 2003
  • D. Lombardi, Storia del matrimonio dal medioevo ad oggi, Il Mulino, Bologna 2008
  • G.P. Romagnani, La società di antico regime (XVI-XVIII secolo), temi e problemi storiografici, Carocci Editore, Roma 2010
  • R.H. Bainton, The Reformation of the Sixteenth Century, The Beacon Press, Boston 1952
  • C. Azzarra e A.M. Rapetti, La chiesa nel medioevo, Il Mulino, Bologna 2010


IL BLOGTOUR


Andate a vedere tutte le tappe! Le trovate su:

Noi ci rivediamo tutti insieme il 13 ottobre per una giornata di recensioni!

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