martedì 25 aprile 2017

RECENSIONE | "Ritratto di dama" di Giorgia Penzo

Ciao a tutti, lettrici e lettori! Perdonatemi la breve mancanza da blog, social e simili: purtroppo sono stati giorni frenetici. Ora sono tornata in tempo per recensire Ritratto di dama di Giorgia Penzo, giovanissima autrice emiliana, che mi è stato inviato dal suo agente. Nel caso ve la foste persa, qui trovate la segnalazione che ne ho fatto.

Ritratto di dama
di Giorgia Penzo
Ed: CartaCanta - 152 pagine
Brossura: 13 euro - Ebook: presto disponibile

Il viaggio di due anime che si amano da sempre e che combattono per incontrarsi, una favola metropolitana dalle atmosfere parigine. Notte di San Lorenzo. Seduta su una panchina di fronte a Notre Dame una ragazza sembra aspettare qualcuno. Guillaume, studente di Storia dell'arte, la nota da lontano. Incrocia il suo sguardo e ha un sussulto: è identica alla famosa Belle Ferronnière ritratta da Leonardo da Vinci. Con una immediata complicità, dal Point Zéro inizia la loro passeggiata attraverso la Ville Lumière. I due parlano di ciò di cui è fatta la vita: arte, fato, desideri, morte. Ma soprattutto d'amore. A un passo dall'alba, la ragazza svela a Guillaume il suo segreto...
Buono, non male

Ritratto di dama parte da un'ottima idea. Non voglio fare spoiler, ma posso dirvi che il Dottore stringerebbe la mano all'autrice. Si tratta però di qualcosa di intuibile: in realtà, nel momento esatto in cui la protagonista femminile entra in scena in modo attivo risulta chiaro chi sia. Ciò che non è immediata è la spiegazione di come sia successo, il che è ottimo, mi piace che le delucidazioni non arrivino subito. L'idea, appunto, è meravigliosa, ma manca l'effetto sorpresa.

Parigi è protagonista al pari dei personaggi "umani": in effetti, il mio personaggio preferito del romanzo è proprio Parigi, descritta nei dettagli. Chi la conosce bene potrà ritrovare sensazioni e idee già percepite e chi non ci è mai stato può fare un viaggio rimanendo comodamente in poltrona. Forse un po' didascalica, ma decisamente appetibile, la descrizione della città è secondo me il lato più accattivante del romanzo, quello di maggiore attrattiva.

Meno attraente è il personaggio di Guillaume: è una questione personale, io con i tipi come lui proprio non vado d'accordo. Nella vita reale non saremmo mai amici, né mi sentirei attratta da una persona del genere per più di una bottarella e via. Naturalmente questo è un punto di vista personale, quindi non prendetelo come oro colato. Gli altri personaggi hanno il loro valore, chi più chi meno. La padrona dell'appartamento, Laverne, è stupenda: gestita bene, ben scritta e modellata, le descrizioni della vita nel condominio sono verosimili, al punto da pensare più di una volta "Wow, è proprio vero, è proprio così!" nel corso della lettura.

Un personaggio che invece mi ha trasmesso sentimenti del tutto negativi è Pélagie: l'ho trovata stereotipata fino all'eccesso, come se fosse uscita da un romanzo di Colette, con la differenza che Colette scriveva un secolo fa e si rivolgeva ad un pubblico medio. Non fraintendetemi, io adoro Colette, la trovo un'autrice potente, ma come ogni autore va contestualizzata: nel suo contesto, nel suo raggio d'azione, Colette era formidabile. La Penzo, che vuole rivolgere il romanzo a lettori consapevoli ed eruditi (o almeno questo sembra essere l'intento del romanzo, sia per il linguaggio che usa che per le tematiche), appartiene ad un contesto differente, in cui dunque un personaggio come Pélagie non ha alcun senso.

Lo stile e il linguaggio, sebbene siano forse un po' manierosi, sono perfettamente fruibili. Non ci sono refusi o errori, quindi anche da un punto di vista di editing il lavoro è stato ottimo. Inoltre la breve lunghezza del romanzo fa sì che possa essere letto in tempi del tutto ragionevoli. La copertina, inoltre, è accattivante, lo sguardo è portato a focaizzarsi sugli occhi della dama ed è un tipo di cover che mi attira moltissimo.

Stupenda la presenza leonardesca nel romanzo: sono molto appassionata di Leonardo da un punto di vista di simbologia e sublimazione dei significati, quindi ritrovare un suo dipinto nel libro è stato motivo di grande gioia! Grazie per questa perla! Il titolo stesso del romanzo, in effetti, è un riferimento al quadro, il che mi fa ancora più felice.

Nel complesso voglio dare a Ritratto di dama tre cuoricini su cinque, perché parte da una base davvero ottima: il grande talento dell'autrice, un'idea brillante e un'ambientazione stupenda, ma avrebbe potuto essere migliore in qualche punto. Si tratta comunque di un bel libro, che personalmente ho apprezzato e che è probabile che rileggerò in futuro. Lo consiglio agli amanti delle love stories, a chi apprezza un pizzico di magia e a chi voglia ritrovarsi catapultato a Parigi per qualche ora!

venerdì 21 aprile 2017

RECENSIONE | "The Glittering Court" di Richelle Mead

Ciao, piccoli libridinosi! Buon venerdì! Siamo ormai quasi alla fine della settimana e, anche se non potrò conoscere Richelle Mead a Tempo di Libri perché, semplicemente, non sono a Milano, voglio comunque portarvi un pezzetto di lei in questa mia recensione di The Glittering Court, il primo volume della sua nuova trilogia edito in Italia da Edizioni LSWR: cominciamo!

The Glittering Court
di Richelle Mead
Ed: LSWR Edizioni - 448 pagine
Ebook: 9.99 euro - Copertina rigida: 16.90

Libro dagli ampi orizzonti, che spazia dai lussuosi palazzi di Osfrid alla polvere d'oro e alle selvagge foreste di Adoria, La Corte Scintillante racconta la storia di Adelaide, una contessa osfridiana che si fa passare per la sua cameriera al fine di sfuggire a un matrimonio combinato e cominciare una nuova vita a Adoria, il Nuovo Mondo. Ma per farlo deve entrare nella Corte Scintillante. Scuola e impresa d'affari insieme, la Corte Scintillante si propone di trasformare delle ragazze povere in signore altolocate destinate a matrimoni con uomini ricchi e potenti nel Nuovo Mondo. Adelaide naturalmente eccelle in tutte le materie e si fa anche delle nuove amiche: l'impetuosa Tamsin, un'ex lavandaia, e la bellissima profuga sirminicana Mira. Riesce a nascondere la propria identità a tutti tranne che all'affascinante Cedric Thorn, figlio del facoltoso proprietario della Corte Scintillante. Quando Adelaide scopre che Cedric nasconde a sua volta un pericoloso segreto, insieme escogitano un piano per ricavare il massimo vantaggio dall'inganno di lei. Ben presto sorgono delle complicazioni - prima durante la traversata dell’insidioso Mar di Ponente da Osfrid a Adoria, e poi quando Adelaide attira l'attenzione di un potente governatore. Ma nessuna complicazione si dimostrerà problematica quanto la potente attrazione che divampa tra Adelaide e Cedric. Un'attrazione che, se trovasse sfogo, scandalizzerebbe la Corte Scintillante e renderebbe entrambi dei reietti in terre selvagge e quasi completamente inesplorate...
Molto bello!

Prima di cominciare, due parole sulla copertina: WOW. Ok, è una parola sola: allora diciamo WOW WOW. L'edizione italiana ha mantenuto la cover originale (che per fortuna non è inquietante come quelle de L'accademia dei vampiri: chiedo scusa agli appassionati della saga, ma secondo me quelle copertine sono tremende! De gustibus). Io amo quando la cover originale viene mantenuta. Grazie per questa perla!

Ora, per cominciare a parlare del libro in sé, voglio dire prima di tutto che sono entusiasta di questa lettura. Sì, è una lettura leggera. Sì, non stiamo parlando di un futuro premio Pulitzer. Ma questo libro mi ha intrattenuta, e non è forse questo lo scopo di un libro?

The Glittering Court è scritto bene: è scorrevole, è avvincente, è ben pensato ed è ben steso. Non ho trovato un solo refuso (ed io sono famosa per andare a caccia di errori) né problemi di editing o di impaginazione. La struttura stessa del volume è bella, solida e ben fatta. Non conoscevo LSWR Edizioni, lo dico con onestà, ma mi hanno colpita in modo talmente positivo che d'ora in avanti mi ricorderò sempre di loro! Non posso dirne se non bene: è stato fatto un ottimo lavoro di traduzione, chiunque abbia fatto parte del team che ha lavorato ha questa edizione ha svolto il proprio compito in modo egregio. Levo il calice e mi inchino!

La storia in sé è veramente carina: come vi dicevo nella segnalazione che vi ho fatto, The Glittering Court svolge il ruolo di ponte di passaggio tra The Selection e Reign. Mi sembrava quasi di sentire in sottofondo Charlie Boy o The Power of Love in sottofondo. L'intera trama si svolge tra saloni, stanze da ballo, camere da musica e da pranzo. I vestiti e le acconciature sono coprotagonisti della vicenda tanto quanto Adelaide e le altre ragazze. Tuttavia, la parte che ho preferito è stata la seconda, dopo la partenza di Adelaide e Cedric per Hadisen: non sono sicura del perché, ma mi ha presa talmente tanto che mi è sembrato di essere lì.

Il finale, poi, sembra rotolare verso la conclusione come un barile giù per il fiume (Bilbo, sei stato tu?). Incalzante, avventuroso al punto giusto. Forse un po' forzato in certi punti: vanno bene le coincidenze, ma a tratti negli ultimi capitoli sono state un po' troppe per essere credibile (il provvidenziale arrivo di un paio di pirati di passaggio mi è parso un po' troppo). Nell'insieme, comunque, molto molto piacevole.

I personaggi forse andrebbero un po' migliorati: è il motivo per cui non posso dare un punteggio pieno al romanzo. Adelaide è un po' una power player, sa fare tutto e lo sa fare meglio: la sua rocambolesca avventura nel finale, come ho detto, è un po' forzata, così come mi sembra lo siano certi suoi atteggiamenti. Inoltre mi è sembrato che il cambiamento nel suo carattere sia stato fin troppo rapido: da opportunista di nobili origini a eroina romantica che si adatta a dormire per terra nel giro di pochi capitoli mi sembra un po' esagerato. Anche il suo rapporto con Tamsin e Mira è strano: nel giro di una decina di pagine ci viene già detto che sono amiche per la pelle, ma perché questo sia verosimile bisogna che il lettore possa vedere questa amicizia evolversi, non basta accettarla come dato di fatto. Ciò detto, Adelaide stessa è una protagonista che mi piace, anche se i miei personaggii preferiti rimangono Mira e Aiana, delle quali spero di sapere di più nei prossimi capitoli.

Per concludere, voglio dare a questo primo capitolo della trilogia quattro cuoricini su cinque. In teoria potrebbe essere autoconclusivo, ma ci sono alcuni punti interrogativi che mi incuriosiscono: che ne sarà di Tamsin? E Mira quali segreti nasconde? Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, non ero così curiosa dai tempi di The Paper Magician. Brava Richelle Mead, bravi voi della LSWR Edizioni: avete fatto un ottimo lavoro!

giovedì 20 aprile 2017

RECENSIONE | "Guida (poco) pratica a Hogwarts" di J.K. Rowling

Ciao patatini! Come state? Come va la vostra settimana? La mia bene, peccato solo per il vento ventoso che sta tirando qui da qualche giorno. Oggi voglio proporvi la recensione di un libro mooolto corto ma molto carino: Guida (poco) pratica a Hogwarts di J.K. Rowling.

Guida (poco) pratica a Hogwarts
di J.K. Rowling
Ed: Pottermore
Ebook: 2.99 euro

Pottermore Presents è una raccolta di brani scritti da J.K. Rowling tratti dagli archivi di Pottermore: brevi letture pubblicate originariamente su pottermore.com. Questi eBook curati da Pottermore approfondiscono le storie di Harry Potter, svelando le fonti di ispirazione di J.K. Rowling, gli intricati dettagli delle vite dei personaggi e alcune sorprese del mondo magico.
Questa guida (poco) pratica a Hogwarts trascina il lettore nella famosa Scuola di Magia e Stregoneria. Pagina dopo pagina, esploreremo il parco del castello, incontreremo degli inquilini di lunga data, approfondiremo alcune materie e scopriremo antichi segreti.
 
 
Molto bello!

Un libro di questo tipo non ha bisogno di molte parole, quindi questa recensione sarà piuttosto breve. Si tratta di un libro carino: non meraviglioso, ma carino. Dico questo perché in realtà in queste pagine non si dice nulla di più di quello che si può trovare su Pottermore. Basta avere un account e aver fatto il percorso lungo i vari capitoli dei libri per sapere tutto ciò che questo libro raccoglie. Di fatto, si spendono tre euro di ebook per informazioni che si possono tranquillamente avere gratis.

Lo stile è pieno stile Rowling: piacevole, allegro, molto serio nel dire cose buffe, perciò è una piacevolissima lettura che tra l'altro occupa sì e no un'ora del nostro tempo, quindi non è certo un mattone. Inoltre, per i fissati come me, che devono avere tutto ciò che la Rowling produce (anche la lista della spesa), è effettivamente bello possederlo anche se solo in formato digitale.

Tuttavia ne sconsiglio l'acquisto se non siete particolarmente appassionati: vi basta fare un giro su Pottermore, appunto, oppure su Potterpedia per scoprire le stesse cose in forma completamente gratuita. Non voglio essere venale a tutti i costi, però mi sembra solo ed esclusivamente una trovata commerciale. Carino, ma si può tranquillamente non comprarlo.

Non so come siano gli altri due libri della serie Pottermore Presents, li ho nel mio Kobo e li leggerò quanto prima, ma francamente spero dicano qualcosa di nuovo, qualcosa che ancora non so, perché frequentando Pottermore molto spesso non vorrei rileggere cose che conosco già.

In ogni caso voglio dare quattro cuoricini su cinque perché mi rendo conto che, per chi non ha un account sul sito, si tratta di bellissimi capitoli estremamente interessanti e piacevoli da scorrere.

mercoledì 19 aprile 2017

RELEASE PARTY | "The Glittering Court" di Richelle Mead

 ATTENZIONE! AVVISO AI NAVIGANTI!

Oggi, miei cari fringuelli amorosi, esce in Italia The Glittering Court, primo capitolo della nuova serie fantasy di Richelle Mead, che forse molti di voi conosceranno grazie alla serie de L'accademia dei Vampiri (che io ammetto di non aver particolarmente amato, ma nemmeno odiato).

Ebbene, sono fiera di annunciarvi il Release Party dell'edizione italiana di The Glittering Court, definito da molti un ponte tra The Selection e Reign. Personalmente ho amato Reign fino allo svenimento, quindi come potevo non metterci le mani sopra? Reign è una serie che sì, da un punto di vista di costume non è che rispecchi esattamente una ricerca storica accuratissima, ma che ho adorato nonostante il mio lato accademico mi dicesse "Nooo non guardarlo". Ecco perché da The Glittering Court mi aspetto moltissimo: lo inizierò oggi stesso, mi aspettano 400 pagine di puro amore. Ma prima, eccovi qualche dato:


The Glittering Court - La Corte Scintillante
di Richelle Mead
Ed: LSWR Edizioni - 448 pagine
Ebook: 9.99 euro - Brossura: 16.90 euro

Libro dagli ampi orizzonti, che spazia dai lussuosi palazzi di Osfrid alla polvere d'oro e alle selvagge foreste di Adoria, La Corte Scintillante racconta la storia di Adelaide, una contessa osfridiana che si fa passare per la sua cameriera al fine di sfuggire a un matrimonio combinato e cominciare una nuova vita a Adoria, il Nuovo Mondo. Ma per farlo deve entrare nella Corte Scintillante. Scuola e impresa d'affari insieme, la Corte Scintillante si propone di trasformare delle ragazze povere in signore altolocate destinate a matrimoni con uomini ricchi e potenti nel Nuovo Mondo. Adelaide naturalmente eccelle in tutte le materie e si fa anche delle nuove amiche: l'impetuosa Tamsin, un'ex lavandaia, e la bellissima profuga sirminicana Mira. Riesce a nascondere la propria identità a tutti tranne che all'affascinante Cedric Thorn, figlio del facoltoso proprietario della Corte Scintillante. Quando Adelaide scopre che Cedric nasconde a sua volta un pericoloso segreto, insieme escogitano un piano per ricavare il massimo vantaggio dall'inganno di lei. Ben presto sorgono delle complicazioni - prima durante la traversata dell’insidioso Mar di Ponente da Osfrid a Adoria, e poi quando Adelaide attira l'attenzione di un potente governatore. Ma nessuna complicazione si dimostrerà problematica quanto la potente attrazione che divampa tra Adelaide e Cedric. Un'attrazione che, se trovasse sfogo, scandalizzerebbe la Corte Scintillante e renderebbe entrambi dei reietti in terre selvagge e quasi completamente inesplorate...

Per comprarlo su Amazon: cliccate qui!
Richelle Mead è l'autrice della serie numero uno tra i bestseller internazionali L’accademia dei vampiri, della serie spin-off inserita nella lista dei bestseller del New York Times Bloodlines, e del fantasy anch’esso nella lista del New York Times Soundless. Fin da bambina grande lettrice, Richelle è sempre stata particolarmente affascinata dalla mitologia e dal folklore. Quando riesce a staccarsi dai libri (dopo averli letti o scritti), le piace guardare reality scadenti, viaggiare, provare cocktail interessanti e comprare vestiti da indossare durante i suoi tour. È per sua stessa ammissione caffè-dipendente, lavora in pigiama e ha una passione per tutte le cose stravaganti e rumorose. Originaria del Michigan, ora Richelle vive a Seattle (Washington), dove sta attualmente lavorando sodo al prossimo romanzo della Corte Scintillante.

lunedì 17 aprile 2017

BOOK TAG | Netflix book tag

Ciao, ciccini! Buon lunedì, bentornati ad un'altra settimana sul blog! Questa si prospetta essere una settimana ricca di anticipazioni e belle cose, e per cominciare ho deciso di rispondere ad un tag in cui sono stata taggata (suona male, passatemi la licenza poetica) da Clarissa di Questione di libri nel Netflix book tag! Perciò cominciamo subito con domande e risposte:

1. Recently watched: il libro che hai appena finito di leggere

Ho appena concluso la lettura di Arma Infero - Il Mastro di Forgia, scritto da Fabio Carta: qui la recensione. Si tratta del primo volume di una serie che per il momento conta due capitoli alla pubblicazione, a cura di Inspired Digital Publishing. Ho dato a questo libro tre cuoricini su cinque, perché personalmente l'ho trovato buono ma migliorabile. Presto sul blog leggerete la recensione del secondo capitolo!


2. Top picks: un libro che ti è stato consigliato in base ai tuoi gusti

Alcuni mesi fa mi è stato consigliato da un'amica La repubblica dell'immaginazione da Azar Nafisi, che potremmo considerare un sequel ipotetico del suo primo romanzo Leggere Lolita a Teheran. L'ho comprato subito, ma non l'ho ancora letto, tuttavia se è bello anche solo la metà del primo sono sicura che lo amerò!


3. Recently added: il tuo acquisto libresco più recente

Il mio acquisto più recente è Dark Places di Gillian Flynn. Ho amato moltissimo Gone Girl (di meno il servizio di Libraccio, del quale posso dire solo male) e non vedo l'ora di cimentarmi in questa lettura! Voglio recuperare con il tempo tutti i libri della Flynn, sperando siano tutti di alto livello: so che Gone Girl è molto controverso, che molti non lo hanno apprezzato più di tanto, ma mi ha tenuta attaccata alle pagine senza pause.

4. Popular on Netflix: due libri che tutti conoscono, uno che hai letto e uno che non hai letto

Un libro che in molti conoscono e che ho letto è Outlander di Diana Gabaldon. Ho letto ogni volume uscito fino ad ora e ho odiato ogni parola, da Claire e quella sua aria da "Wow come sono santa" all'eccesso in ogni cosa che la Gabaldon ci schiaffa dentro facendolo passare per alta letteratura. La serie tv mi piace, è meno prolissa e quindi più fruibile; i libri no.



Un libro che tutti conoscono e di cui invece non so proprio nulla è L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera. Onestamente mi pento un po' di questa mia lacuna, che non vedo l'ora di colmare, perché una mia amica è una grande fan di Kundera e ogni volta che ne parla mi fa venire una gran voglia di recuperare i suoi libri. So che forse è moda, perché qualche anno fa Kundera andava davvero di moda e dire di non averlo letto era come bestemmiare in piazza grande, però sono molto interessata: se qualcuno di voi lo ha letto, ditemi cosa ne pensate!


5. Comedies: un libro divertente

Non ho dubbi nel rispondere: La principessa sposa di William Goldman. Si tratta del mio libro preferito in assoluto, che mi ha accompagnata anno dopo anno da quando sono piccola: dice qualcosa di diverso ad ogni età, ma letto da adulti è decisamente divertente. Ne è stato tratto un film, La storia fantastica, con alcuni attori di rilievo: è altrettanto divertente, ma il libro fa davvero rotolare giù dalla poltrona dalle risate.


6. Dramas: il/la drama king/queen di un libro che hai letto

Anche se vorrei disperatamente rispondere additando Thranduil, mi rendo conto che nel film il suo personaggio è moooolto diverso, molto più dettagliato rispetto al romanzo de Lo Hobbit, quindi non posso certo usarlo per questa risposta. Perciò dico la professoressa Cooman della saga di Harry Potter: fa un sacco di scenate e dice cose insensate solo per attirare l'attenzione, ma dopotutto è il bello del suo personaggio, no?


7. Animation: un libro con delle animazioni in copertina

Ci ho messo una vita a rispondere a questa domanda, perché non avevo ben chiaro cosa volesse dire "animazioni in copertina". Alla fine ho concluso che dovesse trattarsi di disegni, perciò ho scelto Austenland di Shannon Hale. Forse qualcuno si ricorderà del film, Alla ricerca di Jane, tratto da questo romanzo: stupendo. Il libro è stupendo. Il signor Nobley è stupendo. Tutto è stupendo e la copertina è meraviglia pura.

8. Watch it again: un libro o una serie che desideri rileggere

Sto facendo un rewatch della trilogia de Lo Hobbit, quindi penso che rileggerei volentieri il romanzo! Ne ho già fatto una rilettura quando uscì il primo film, Un viaggio inaspettato, ma penso che ormai sia passato fin troppo tempo, non vi pare? Quindi rileggerò presto Lo Hobbit.

9. Documentaries: un non-fiction che consiglieresti

Assolutamente e indiscutibilmente Storie di libri perduti di Giorgio Van Straten. Anche di questo vi linko la recensione. Si tratta di un saggio molto breve, edito da Laterza, che conta poco più di un centinaio di pagine: in queste righe Van Straten ripercorre le vicende di alcuni libri che per un motivo o per un altro sono andati perduti per sempre.


10. Action and Adventures: un libro pieno di avventura

Ce ne sono decine: scegliere un solo libro è stato faticoso. Avrei voluto suggerire Il signore degli Anelli o Le pietre magiche di Shannara, oppure American Gods del mio amato Neil Gaiman. Poi ho pensato a Cloud Atlas, a Robin Hood, a Harry Potter che mi ha fatta tanto sognare, a Emil e a La vera storia del pirata Long John Silver. Alla fine, però, ho dovuto escludere tutti i titoli tranne uno: così ho fatto un riassunto, mi sono chiesta "Cosa deve contenere un romanzo perché sia pieno di avventure?" e ho risposto I Tre Moschettieri di Alexandre Dumas.


11. New releases: un libro appena uscito o che uscirà a breve che non vedi l'ora di leggere

Naturalmente non potevo non parlare di The Fate of the Tearling di Erika Johansen, in uscita tra circa quindici giorni. Sebbene l'edizione italiana sia colma di refusi veramente fastidiosi e l'editing faccia un po' schifo (Multiplayer Edizioni, quanto ci metti a sistemare questo tuo dramma?), sono in trepidante attesa di sapere come si concluderà la storia di Kelsea. Soprattutto, sono molto curiosa di saperne di più di Mazza Chiodata: spero che in questo capitolo si approfondisca di più la sua figura misteriosa (che io immagino più o meno così: gnoccheria portami via). L'unica cosa che disapprovo è la copertina italiana: è molto bella, con il castello riflesso nel gioiello, ma non ha nulla a che vedere con quella spagnola, che tra l'altro riprende molto di più le precedenti. Quella italiana, invece, sembra non avere attinenza con gli altri capitoli.


12. Max: tagga qualcuno!

Come al solito taggo tutti e nessuno allo stesso tempo: sentitevi liberi di rispondere a queste domande senza peli sulla lingua. Se avete un blog o un canale youtube, o se volete rispondere in un commento in risposta fatelo e fatemi sapere: sono sempre curiosa delle vostre risposte e può essere una bella occasione per scoprire nuovi titoli!

sabato 15 aprile 2017

RECENSIONE | "Arma Infero - Il Mastro di Forgia" di Fabio Carta

Ciao, fringuelli di primavera! Come va? Io sono incastrata a metà tra un librone sul Fascismo per un esame e l'organizzazione del pranzo di Pasqua con la mia famiglia e quella di Charlie, ma sono riuscita comunque a portare a termine la lettura di un romanzo che mi è stato inviato dall'autore: il primo capitolo di Arma Infero, di Fabio Carta.


Arma Infero - Il Mastro di Forgia
di Fabio Carta
Ed: Inspired Digital Publishing
Ebook: 1.99 euro

"E ora, fratelli, lasciate che vi narri di quei tempi, in cui le nuvole correvano rapide sopra gli aspri calanchi e di quando Lakon combatté per noi".Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall'uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra questi v'è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia "mastro di forgia", e infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l'ascesa di Lakon è il prodromo proprio di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l'inevitabile distruzione che su tutto incombe.
 
Buono, non male

Come ho scritto sopra, l'autore mi ha mandato una copia del romanzo per averne una recensione onesta. Colgo l'occasione per ricordare che della saga è già uscito il secondo volume, I cieli di Muareb, che trovate qui.

Partendo dal presupposto che un romanzo di fantascienza deve, quasi per definizione, portare il lettore in un'altra dimensione, in un mondo lontano dal nostro (in senso letterale o figurato, fate voi), l'autore ci riesce molto bene. Siamo palesemente altrove, fin dal primo momento dobbiamo ingegnarci per capire dove e quando siamo. Un bell'inizio, non esattamente il modo in cui avrei iniziato io, ma dopotutto non sono io l'autrice. Carta ha scelto un prologo vintage, se mi passate il termine: poco moderno, che riprende alcuni testi di Asimov e di Tolkien.

Anche il linguaggio non è moderno, ma qui c'è da aprire una parentesi più ampia. Premettendo che sono una fan di autori del passato, qua non siamo nel 1950. Esiste una sottile linea invalicabile tra la ricercatezza e la pedanteria: a tratti, Carta ha superato questa linea. Non è la prima volta che mi capita di imbattermi in questo problema e purtroppo la mia opinione in proposito non cambia: gli autori del passato (che sia effettivamente Asimov o che sia Thomas Malory, giusto per andare indietro di secoli) scrivevano in modo moderno per la loro epoca. Noi non possiamo cadere nell'errore di pensare che un linguaggio aulico e ormai sorpassato sia sinonimo di qualità. Se Malory, appunto, dovesse rinascere, non userebbe mai i termini che ha usato nel XV secolo. Questo è quello che io definisco "il paradosso di Maria": non ritrarremmo mai la Madonna in jeans, ci sembrerebbe troppo moderno, ma pensate che gli abiti dipinti da Leonardo fossero dell'antica Palestina? No, erano abiti suoi contemporanei, abiti del '400, quindi moderni. Lo stesso vale con le parole; le parole che Arthur Clarke ha usato in 2001: Odissea nello spazio erano moderne alla sua epoca: perché un autore di fantascienza dei nostri giorni dovrebbe comportarsi diversamente? Io mi rendo conto che lo stile di Carta è voluto, che è proprio questo l'effetto che voleva, ma dal mio punto di vista ha ottenuto qualcosa di diametralmente opposto: il ritmo del romanzo cala in modo vertiginoso, diventando lento e faticoso da masticare. Inoltre, da un punto di vista di editing, fioccano i refusi: peccato.

A parte questo piccolo grande dramma del linguaggio, il romanzo è bellissimo. Si coglie benissimo la formazione accademica dell'autore, è qualcosa che ha evidentemente sfruttato a dovere. Ci sono riferimenti a varie culture "terrestri", paragoni che non possono non far drizzare le orecchie a qualsiasi studente di storia e di letteratura. Io sono patita per la filologia e ci ho sguazzato dentro come non avevo mai fatto con un romanzo di fantascienza. Per non parlare dei riferimenti alla cultura popolare del genere, immancabili e mai esagerati.

I personaggi sono una seconda nota dolente, anche se decisamente ridimensionata rispetto alla prima. A parte il narratore, Karan, che naturalmente veniamo a conoscere in modo approfondito dal momento che è il POV dell'intera storia, gli altri personaggi non sono esattamente un arcobaleno di personalità: tendono ad assimilarsi l'uno all'altro, a uniformarsi non tanto nel ruolo che svolgono, quanto nel loro carattere.

A fronte di tutto ciò che ho appena detto, voglio dare a questo romanzo tre cuoricini su cinque: alle spalle di Arma Infero c'è un lavorone. Carta ci ha messo l'anima, ha davvero studiato per scrivere il suo romanzo e di questo occorre sempre dare atto. Personalmente non me la sento di bocciare del tutto un libro solo perché lo stile è ampolloso: certo, anche quello è un aspetto importante, ma non è l'unico. La forma e il contenuto sono due metà della stessa mela e qui il contenuto c'è tutto. Un grande lavoro sviluppato da quello che secondo me è un grande cervello. Sono molto curiosa di leggere il seguito, penso che quando avrò sfoltito un po' la mia TBR me lo procurerò!

venerdì 14 aprile 2017

SEGNALAZIONE | "Ritratto di dama" di Giorgia Penzo

Ciao, pasticcini! Buon venerdì! La settimana ormai sta per finire, per la gioia dei lavoratori che non hanno avuto le ferie, ed io voglio suggerirvi una lettura per il week end: Ritratto di dama di Giorgia Penzo, edito da CartaCanta.


Ritratto di dama
di Giorgia Penzo
Ed: CartaCanta - 152 pagine
Brossura: 13.00 euro - Ebook: presto disponibile

Parigi, notte di San Lorenzo. Seduta su una panchina di fronte alla cattedrale di Notre Dame, una misteriosa ragazza ha tutta l’aria di aspettare qualcuno. Uno studente di storia dell’arte – Guillaume – la nota da lontano, apparentemente per caso. Appena incrocia il suo sguardo ha un sussulto: è identica alla famosa Belle Ferronnière ritratta da Leonardo da Vinci, quadro a cui è molto legato. Sono estranei eppure non si comportano come tali. La complicità che li coglie sin dal primo istante li sconvolge, come se avessero vissuto mille vite insieme da qualche parte nel tempo ma nessuno dei due ne conservasse la memoria. Comincia così – quasi per gioco – la loro passeggiata attraverso la Ville Lumiere, mentre le stelle cadenti rigano il cielo. Dal cimitero di Père-Lachaise fino al cortile del Louvre – passando per gli Champs Elysées, dai giardini delle Tuileries e da un bistrot dove tutto pare essersi fermato alla Belle Époque – i due discutono di ciò di cui è fatta la vita: libri, fato, desideri, morte. Ma soprattutto d’amore. Quello di cui la ragazza non parla è il segreto che custodisce da sempre, in bilico tra il reale e l’impossibile. Chi è lei veramente? Troverà il coraggio di aprire il suo cuore a Guillaume e sfidare il destino? L’alba incombe, la scelta è vicina. Poi niente sarà più come prima.

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Giorgia è nata a Reggio Emilia, dove vive tuttora. Ama il cinema (dove va almeno una volta a settimana), i giochi di ruolo (avete presente Vampire: The Masquerade e D&D?), la mitologia, l’Art Nouveau, divorare biografie di personaggi storici femminili e scappare a Parigi alla prima occasione. È una ragazza nerd nata nel posto sbagliato, nell’epoca sbagliata e laureata alla facoltà sbagliata. Scrivere è la sua più grande passione.

mercoledì 12 aprile 2017

Spotlight on... #1 - Rupi Kaur

Rubrica a cadenza casuale inventata da me in cui propongo
un autore su cui fare un breve focus.

Ciao, amici! A metà di questa piacevole settimana primaverile ho deciso di aprire una nuova rubrica, Spotlight on..., ovvero un piccolo spazio da dedicare ad autori, autrici, collettivi letterari... facendone un po' un ritratto, in modo da poter diffondere il loro pensiero.

Ho deciso di inaugurare questa nuova rubrica parlandovi di una poetessa canadese di cui forse avete sentito parlare: Rupi Kaur.
La maggior parte di noi (me compresa) ha iniziato a sentir parlare della Kaur in Italia solo nel 2015, quando postò una sua famosa fotografia che fece scalpore: il suo corpo, avvolto in un pigiama, di spalle alla fotocamera e con il lenzuolo sporco di sangue mestruale.
Lo scopo della foto, far capire ai beceri del globo che avere il ciclo è normale e non è un fattaccio, venne completamente travisato e Rupi si vide non solo assalire con commenti misogeni e aggressivi, ma anche rimuovere la fotografia da Instagram anche se non violava alcuna norma. Sebbene io non sia una di quelle femministe sempre con l'assorbente in mano, mi sono documentata perché pensavo fosse ingiusto censurare questa fotografia: io personalmente non metterei il mio sangue mestruale su internet, ma non metterei nemmeno del sangue gengivale o del sangue in generale. Però, se Rupi si sentiva a suo agio, perché censurarla? Così andai a fare qualche ricerca.

Il progetto era un essay fotografico sul ciclo mestruale: dai dolori alla pancia al sangue nella doccia, Rupi ha documentato tutte le vicende che, chi più chi meno, sperimenta una donna durante il suo periodo del ciclo. Le sue foto sono tutte raccolte sul suo sito web, a questa pagina, e secondo me meritano un'occhiata almeno una volta: ogni donna si riconoscerà in almeno una di esse.

Rupi Kaur, indiana originaria dello stato di Punjab, nel nord dell'India, è giovanissima: ha solo ventiquattro anni e scrive poesie da quando era bambina. A quattro anni si trasferisce con la famiglia in Canada, dove vive attualmente, ed è parte di quel movimento chiamato Instapoetry, ovvero quei poeti che per farsi conoscere utilizzano social come Instagram e Tumblr. Nel 2015 ha raccolto le poesie scritte fino a quel momento in milk and honey, un'antologia (di cui consiglio la lettura in lingua originale, per chi volesse, perché non è un inglese eccessivamente complicato) in cui affronta tematiche legate al femminile: stupro, aggressione verbale, le difficoltà nei rapporti, l'amore, la forza, l'unione.

Tutte le sue poesie sono scritte in minuscolo, così come il titolo dell'antologia, e senza segni di interpunzione, in riferimento all'alfabeto Gurmukhi (legato quindi alle sue origini) in cui tutte le lettere sono alte uguali e hanno lo stesso valore: è ciò che Rupi vorrebbe vedere nel mondo, uguaglianza ed equità per tutti, uomini e donne.

Si ispira a grandi poetesse: Anais Nin (che amo al punto che se avessi una figlia la chiamerei Anais), Virginia Woolf e Warsan Shire, tre donne dalla voce potente che hanno saputo farsi ascoltare e rispettare per il proprio cuore e il proprio cervello. Se potessi aggiungere una pagina a Storie della buonanotte per bambine ribelli, vorrei che fosse su Rupi Kaur.

martedì 11 aprile 2017

RECENSIONE | "Una sconosciuta moralità" di Giuseppe Marcenaro

Ciao, ciccini! Lo so, lo so: è passata quasi una settimana dall'ultima volta che mi sono fatta viva, ma si sa: le feste portano poco tempo libero (paradossale, no?). In queste settimane la frenesia pasquale non mi ha dato molto tempo per leggere o per bazzicare sui social, ma ora sono qui a stendere una recensione per voi nel mio giardino - sperando che l'ambiente bucolico mi concili la riflessione.

Il libro di cui voglio parlarvi oggi è Una sconosciuta moralità - Quando Verlaine sparò a Rimbaud di Giuseppe Marcenaro.


Una sconosciuta moralità - Quando Verlaine sparò a Rimbaud
di Giuseppe Marcenaro
Ed: Bompiani - 327 pagine
Ebook: 8.50 euro - Brossura: 10.20 euro

Nel 1871, quando il sedicenne Arthur Rimbaud, da Charleville, invia i propri versi a Paul Verlaine, che di anni ne ha ventisette ed è già uno stimato poeta, non può immaginare che quella lettera cambierà per sempre il loro destino. Verlaine, entusiasta, invita subito Arthur a Parigi, dove i due si amano, si ubriacano, litigano, scrivono versi. Suscitando ovviamente le furie della moglie di Verlaine che da pochi mesi gli ha dato anche un figlio. Paul e Arthur fuggono a Londra dove sopravvivono tra baruffe e sbronze, passione e poesia. Fin quando, diventato insostenibile ogni rapporto, abbandonato Rimbaud, Verlaine, nel 1873, approda a Bruxelles. Tra litigi e recriminazioni si respingono e si attraggono. Arthur raggiunge Paul nella capitale dei belgi dove, a seguito dell’ennesima lite, un Verlaine completamente ubriaco spara due colpi di pistola contro l’amico, ferendolo al polso. Verlaine è condannato a due anni di carcere.
Rimbaud scompare dalla sua vita. Ciò non impedirà a Verlaine di contribuire, in maniera decisiva, alla fama di Rimbaud, pubblicando nel 1884 le sue poesie nella celebre antologia I poeti maledetti. Rimbaud e Verlaine non potevano certo immaginare che la loro storia, mentre la vivevano, li avrebbe uniti per sempre. O forse, sperandolo, lo sapevano.
 
Molto bello!

Ho comprato e iniziato questo libro con un secondo fine, lo ammetto. Nell'ultimo periodo, complice forse il mio grande amore per David Thewlis che lo ha interpretato nel '95 o giù di lì, ho iniziato a sviluppare un certo interesse per Paul Verlaine. Al liceo avevo studiato molto bene Rimbaud e lo avevo odiato con tutto il mio cuore: io di solito non giudico le vite, ma in questo caso ogni volta che ne sento parlare penso "Quel piccolo stronzo". Tuttavia non ho mai approfondito Verlaine se non di riflesso, se non come figura che ha attraversato la vita di Rimbaud. Ultimamente mi ha incuriosita: ho chiesto aiuto ad una mia amica che ha seguito dei corsi di letteratura francese all'università e ad un mio professore molto interessato alla poesia. Alla fine mi è stato consigliato questo libro per poter cominciare ad approcciarmici.

Premettendo che non sapevo molto delle vicende pregresse al loro incontro, questo libro si è rivelato esaustivo (fin troppo) riguardo le vite e le frequentazioni dei due. Dico "fin troppo" perché onestamente non mi interessavano le vicende di amici, amici di amici e cugini di settimo grado: l'autore scende nei dettagli in modo quasi morboso, a tratti pedante. Parla in modo non sempre utilissimo di individui che sì, li hanno conosciuti, ma non in modo così profondo. Alcuni di essi forniscono testimonianze utili, ma ciò non vuol dire che si debba anche dirmi quante volte facevano la cacca quando avevano tre anni.

Lo stile non è superlativo: Marcenaro passa da un tono fin troppo ampolloso ad uno eccessivamente colloquiale all'interno della stessa frase. Diventa un po' pesante da seguire, non incontra esattamente i miei gusti: mi ha ricordato certi professori quando all'improvviso vogliono fare i simpatici senza riuscirci troppo. Con questo, magari c'è chi apprezza l'intento.

Per il resto, però, il libro è di alto valore. La ricerca da parte di Marcenaro è stata maestosa: non ha lasciato indietro nemmeno un dettaglio (appunto) e fa quasi pensare che lui stesso fosse testimone della vicenda. Ha presentato non uno spaccato, ma un quadro completo delle varie peripezie, delle compagnie frequentate, dei luoghi visitati dai due protagonisti. In più, se il saggio in quanto tale si ferma a pagina 129, il resto del volume è composto da fotografie, ritratti, scan di documenti autografi e soprattutto di interessanti trascrizioni del processo fatto a Verlaine dopo il fattaccio della sparatoria.

Certamente è un libro non per tutti: bisogna non solo essere ben motivati, ma anche abituati a questa tipologia di libro, altrimenti risulta effettivamente noioso. Non dico che non lo consiglio, ma che occorre sapere bene cosa si sta per cominciare a leggere.

Nel complesso voglio dare a Una sconosciuta moralità quattro cuoricini su cinque, perché a parte la pedanteria dell'autore è veramente un libro bellissimo, pieno di spunti interessanti, idee e teorie, oltre che di decine di informazioni che non conoscevo. Marcenaro in un certo senso mi ha aperto un mondo (mi ha anche fatto capire che Verlaine non fa per me...) e mi ha aiutata a capire meglio una figura di cui sapevo pochissimo.

giovedì 6 aprile 2017

RECENSIONE | "L'Incensiere" di Valerio Dalla Ragione

Ciao, topini! Bentornati sul blog, oggi voglio darvi il buongiorno con una nuova recensione: L'Incensiere di Valerio Dalla Ragione, un giovane autore alla sua seconda pubblicazione che mi ha sottoposto il suo romanzo. Ecco cosa ne penso!

 L'Incensiere
di Valerio Dalla Ragione
Ed: Lettere Animate - 382 pagine
Ebook: 2.99 euro - Brossura: 16.50 euro

Con vostra grande sorpresa vi scoprite essere lo scomodo bersaglio della classe dominante della vostra città, una città dove centotrenta milioni di persone vivono con lo spettro di un conflitto che potrebbe annientare le loro esistenze. Mentre la corruzione dilagante ingloba la vita politica e un monarca semi-umano getta le fondamenta di una nuova società, la morte a cui vi hanno predestinato potrebbe non essere la vostra unica opzione: dimore imperiali oltre la via della seta, autostrade informatiche, etnie robotiche sepolte dal tempo e cerimonie del tè in un pomeriggio d'autunno si mostreranno nel campo delle vostre possibilità. Fra i riflessi distorti di una metropoli dormiente e le notti di delirio nella ferocia di un'altra epoca, vi chiederete se le domande sulla vostra vita e quello che vi circonda valgano la pena di essere poste.
 Molto bello! 

Prima di tutto, a differenza di quello che faccio di solito, vorrei dire la mia anche sulla copertina: non è stupenda? A parte che io adoro gli uccellini, questo progetto grafico è davvero bello, mi dispiace non avere il libro cartaceo perché sarebbe davvero stupendo da tenere in mano!

Passiamo ora a cose che mi competono di più e sulle quali mi sento più a mio agio ad esprimere un giudizio. In linea generale questo libro è molto buono: come dico spesso, quando leggo autori non ancora affermati tendo ad avere un metro di giudizio più "accomodante", perché se da scrittori come Martin o la Rowling mi aspetto il massimo, da quelli più giovani o comunque dalla carriera letteraria più breve posso capire qualche errore, posso capire che si tratta di artisti in erba e come tali vanno giudicati oggettivamente. Valerio Dalla Ragione non sembra solo alla sua seconda pubblicazione. Considerata la sua età piuttosto giovane (è classe '95) è ancora più sorprendente.

Il romanzo presenta una buona proprietà di linguaggio, l'autore dimostra di avere un lessico sufficientemente ampio e una conoscenza della grammatica adeguata. Considerando che c'è chi non sa come si organizza la consecutio temporum, considero Dalla Ragione una specie di mosca bianca. E soprattutto per una volta non ho trovato particolari problemi di editing (cosa che per me, pignola come sono, è praticamente impossibile).

Apprezzo moltissimo l'ambientazione: ha qualcosa di Star Wars ma anche qualcosa di originale, di completamente proprio. Per non parlare dell'elemento "romano": la presenza di nomi e definizioni che richiamano l'antica Roma soddisfano il mio animo di storica in erba. Sotto questo punto di vista sono rimasta così soddisfatta che quasi mi è scesa una lacrimuccia di commozione.

Altro aspetto positivo è il dosaggio ben calibrato di azione e introspezione. Nei romanzi di fantascienza spesso gli autori meno "versati" tralasciano erroneamente la parte descrittiva e introspettiva per concentrarsi sulle vicende attive. Dalla Ragione ci regala un buon connubio delle due cose, la trama così non è troppo lenta né troppo rapida, è ben bilanciata.

Certo, qualche lato non esattamente positivo c'è: 16.50 euro per una brossura è un prezzo esorbitante, io di solito per principio non compro brossure che superano i 12 euro. Avendo ricevuto il romanzo dall'autore non ho sentito questa spesa, ma mi rendo conto che chi desideri leggere questo libro e magari non conosca l'autore, cioè chi compra "a scatola chiusa" non spenderebbe volentieri questa cifra. Naturalmente i prezzi dei volumi sono imposti dalle CE, o almeno di solito è così, però consiglierei di abbassare il prezzo o di rendere disponibile la versione e-book quanto prima.

Gradevoli anche le riflessioni a cui questo libro spinge i lettori, anche se sotto questo aspetto L'Incensiere si ritrova ad essere solo una goccia nell'oceano, visto che certe tematiche sono al centro di numerosi filoni letterari.

Dovendo dare un giudizio complessivo, questo romanzo per me vale quattro cuoricini su cinque: occorre tenere conto l'esperienza per ora limitata dell'autore, delle ottime capacità che riesce benissimo a dimostrare nel corso del libro e infine del messaggio che include nella narrazione. Considerando questi fattori, L'Incensiere si rivela essere un ottimo romanzo, scorrevole e piacevole da assaporare. Personalmente lo consiglio agli appassionati del genere (io stessa penso di consigliarlo al mio compagno, che ama molto la fantascienza e la distopia).

lunedì 3 aprile 2017

BLOGTOUR | T2: Trainspotting

Ciao amici! Oggi doppio post: è una cosa che di solito evito, ma in questo caso questo secondo post è parte di un'iniziativa davvero molto speciale: parte oggi la prima tappa di T2: Trainspotting Blogtour, organizzata insieme ad altri quattro blog di cui qui sotto vi dirò.
Questo blogtour nasce in occasione dell'uscita al cinema di Trainspotting 2, emesso nelle sale italiane il 23 febbraio di quest'anno. Per celebrare il ritorno sullo schermo di grandi personaggi e di un grande autore, abbiamo deciso di parlarvi un po' di Irvine Welsh e dei suoi romanzi, dei film che ne sono stati tratti e del messaggio che mandano. Comincio io con la prima tappa: l'autore.

Irvine Welsh nasce a Leith, un distretto a nord di Edimburgo, il 27 settembre del 1958 (questa è la versione ufficiale: pare in realtà che l'effettivo anno di nascita sia il 1951, ben sette anni prima di essere segnalato all'anagrafe). All'epoca, durante i primi anni dell'infanzia di Welsh, Leith è un sobborgo degradato: il declino affrontato dall'area portuale lo rende un luogo ideale per prostituzione, furti e spaccio, quindi un'ambiente non propriamente ameno. Quando Welsh ha quattro anni, la famiglia si trasferisce a Muirhouse, un quartiere di Edimburgo costituito di grossi palazzoni e di case popolari. Welsh presto lascia la scuola, alla giovane età di sedici anni, cominciando a svolgere vari lavoretti per sbarcare il lunario. Tra gli altri, avendo interesse a diventare un elettricista, comincia a lavorare per una televisione locale come manutentore dell'impianto elettrico, ma una scossa molto forte lo convince che non sia il lavoro per lui.

Resiste poco: nel 1976 si trasferisce a Londra, una meta inflazionata già all'epoca (come ben si vede nei suoi romanzi), e qui aderisce al movimento punk, comincia a suonare la chitarra e fa uso di sostanze stupefacenti; a seguito di piccoli furti che lo portano ad avere problemi con la polizia di Londra Welsh comincia a capire che forse è il caso di correggere il tiro e decide di cominciare a studiare informatica grazie al sostegno economico del Manpower Services Commission (MSC), un distaccamento dell'ufficio di collocamento.

Ritorna a Edimburgo alla fine degli anni '80, dove lavora per il comune e intanto si iscrive alla Heriot Watt University. Trainspotting, il suo primo romanzo, che lo ha in un qualche modo consacrato come autore di professione, viene pubblicato nel 1993.

Welsh vive principalmente tra Miami (dove passa i mesi invernali) e Dublino (in Irlanda gli scrittori non pagano le tasse).
Tutta l'opera narrativa di Welsh è legata a Leith: un ex-borgo ormai entrato quasi completamente nella suburbia di Edimburgo, fagocitato da quella che è la grande città senza però riuscire ad entrarvi socialmente, Leith rimane profondamente provata da un punto di vista sia economico sia sociale anche a causa delle politiche della Thatcher (che ricordo essere stata rivalutata solo di recente dalla popolazione della Gran Bretagna, che ha potuto percepire gli aspetti positivi delle sue legislazioni solo sul lungo termine). Leith resta la base per tutta quella che è la "poetica" di Welsh, che non si stacca mai dal degrado della periferia scozzese, nel linguaggio e nei personaggi, nelle situazioni e negli sviluppi narrativi. Senza Leith non ci sarebbe Welsh.

Oltre alla grande tematica dell'utilizzo di droghe, i romanzi di Welsh sono costellati da grandi questioni: l'orgoglio di appartenere alla classe lavoratrice e proletaria; la Scozia come immagine identitaria; il movimento degli hooligans; la sessualità (Welsh concede ampio spazio all'omosessualità repressa e ai differenti modi di sperimentare il sesso, senza mai giudicare nulla); la divergenza tra i leithiani (colti, cattolici, elevati) e quelli che vengono definiti in senso dispregiativo "glasvegiani", gli abitanti di Glasgow, industriali e protestanti. Parallelamente Welsh ricostruisce i paradigmi delle sottoculture punk di Edimburgo, a partire dal mondo degli eroinomani fino ai ravers.

Capire Welsh, se non sempre è facile, è un buon sistema per capire quel particolare amalgama che è la realtà della periferia U.K. della seconda metà del secolo scorso. Dobbiamo ricordare che in Gran Bretagna la scelta è tra i piccoli comuni di campagna e la grande città, non c'è via di mezzo, e Welsh si trova a descrivere il degrado assoluto che separa i quartieri cittadini periferici dal centro, dall'ambiente più ricco e meno malsano.

Questa non è che un'infarinatura, la punta dell'iceberg: se vi interessa saperne di più, lasciatemi un commento qui sotto o inviatemi una mail! Sarò felicissima di rispondere! Nel frattempo vi lascio qui sotto con l'elenco delle tappe del BT: se volete conoscere in modo più approfondito le opere di Welsh, seguiteci in questo percorso! Noi vi aspettiamo numerosi!


RELEASE PARTY E GIVEAWAY | "A Second Life" di Alice Elle


Ciao, miei piccoli strawberry scones! Buon lunedì!
Oggi non è un qualunque lunedì: oggi esce A Second Life, il romanzo di esordio di Alice Elle. Vi ricordate? Ve ne avevo parlato qui. Per festeggiare, gustiamoci insieme i contenuti speciali della storia: prologo, booktrailer e giveaway con copia cartacea del romanzo. Siete pronti?


A Second Life
di Alice Elle
Ed: autopubblicato
Progetto grafico: Lovely Cover
Ebook0.99 euro

Una telefonata ha distrutto il matrimonio perfetto di Elena. Una sola frase è bastata perché l’amore per il marito si trasformasse in una ferita infetta, un peso insostenibile che la trascina a fondo. L’unica soluzione sembra prendere un aereo e partire, mettere centinaia di chilometri tra se stessa e una realtà che non è in grado di sopportare, alla ricerca di una pace che sembra inesorabilmente perduta. Il destino, però, ha in serbo qualcosa di diverso. Elena approda in una terra ricoperta di ghiaccio e incontra un uomo che in quel gelo ha nascosto la propria anima, per non dimenticare, per espiare… Gli occhi di ghiaccio di Mikhail la scrutano, la inchiodano, la spogliano di ogni maschera.
Tuttavia, quel ghiaccio brucia più del fuoco e, quando la neve si scioglie, la vita è pronta a germogliare.


Per non farvi mancare nulla, potete guardare il booktrailer di A Second Life per farvi un'idea più dettagliata del romanzo: per un minuto e mezzo potete farvi trasportare tra le pagine, approfondire i vari personaggi e le loro storie!


E se il booktrailer ancora non vi basta, studiatevi bene i teaser grafici che approfondiscono i personaggi:




Per accompagnare l'uscita del romanzo, potete leggerne il prologo in assoluta anteprima!

26 aprile 1986

Nana cercò frenetica qualcosa di colore giallo. Doveva fare in fretta! Igor era due passi dietro di lei: se non si fosse sbrigata, l’avrebbe acciuffata e le sarebbe toccato dargli il cambio. E lei odiava fare la strega! Le piaceva correre e toccare tutti i colori possibili. Quanto rientrava a casa, la sera, era sempre ricoperta di polvere e sudore.
Quel giorno la mamma non voleva farla uscire, perché c’erano un sacco di poliziotti che giravano per la città, lavando le strade con uno strano liquido bianco, ma aveva insistito così tanto che alla fine l’aveva convinta.
In fondo, sarebbe rimasta nella via in cui abitava. Tutti i bambini dei dintorni si trovavano lì, perché il viale era largo e alberato, passavano poche macchine e offriva un sacco di nascondigli perfetti per i loro giochi.
Eccolo! Un disegno giallo sulla vetrina del negozio di alimentari, quello all’angolo. Mentre allungava la mano per toccarlo e gridare: “Libera!”, grosse gocce presero a scendere dal cielo, che si era scurito all’improvviso.
Nana alzò la testa e aprì la bocca, come faceva sempre. Le piaceva acchiappare la pioggia con la lingua. Quel giorno, però, aveva un sapore strano ed era calda.
«Igoooooor! Senti! La pioggia è calda!»
I due amichetti iniziarono a ridacchiare e presero a spogliarsi. Faceva caldo per essere alla fine di aprile e quelle enormi gocce tiepide erano troppo belle per lasciarsele scappare.
Quando la madre si affacciò alla finestra, chiamandola a gran voce, Nana rientrò in casa.
Aveva caldo, troppo caldo.
Iniziò a grattarsi, nervosa, la pelle che si arrossava e le bruciava.
«Mamma, ho prurito.»
«Chissà dove ti sei rotolata oggi! Vai a toglierti un po’ di sporcizia di dosso e vedrai che il prurito passa.»
Nana ubbidì, la mamma aveva sempre ragione.
La serata trascorse lentamente, i genitori parlavano di un incendio, ma a lei non interessava. Si sentiva sempre più strana, la pelle continuava a bruciare, facendola agitare sulla sedia.
«Nana, cos’hai oggi? Non sei stata ferma un attimo.»
«Non lo so, non sto bene.»
La madre si alzò da tavola e le mise una mano sulla fronte.
«Sei un po’ calda, ma non è niente di che. Vai a letto, vedrai che domani mattina ti sentirai meglio.»
Filò in camera sua e affondò nel materasso, ma il tessuto le grattava la pelle sensibile. Si girò e rigirò tra le coperte, fino a ritrovarsi tutta arrotolata nelle lenzuola come una salsiccia, poi finalmente si addormentò.
Il giorno dopo l’atmosfera in città era completamente cambiata.
Dalla finestra, Nana fissava gli elicotteri che volavano sopra le case e i soldati che marciavano per le strade.
I genitori si muovevano nervosi per casa, spostandosi da una stanza all’altra.
«Deve essere successo qualcosa alla centrale. Non c’è altra spiegazione.»
Il padre uscì e tornò dopo poco.
«Hanno dato l’ordine di evacuare la città, si tratta solo di pochi giorni, quindi dobbiamo prendere lo stretto indispensabile.»
Alle domande della moglie non sapeva che cosa rispondere, continuava a scuotere la testa e ripeteva: «Dobbiamo andare.»
Alla fine la mamma si rassegnò e preparò dei piccoli bagagli, borbottando tutto il tempo.
«Se ce ne andiamo tutti, chissà cosa succederà qui. Ci distruggeranno la casa!»
A un tratto prese carta e penna e iniziò a scrivere. Nana si sporse sopra la sua spalla per leggere, mentre si grattava un braccio. Dalla sera prima, la pelle non aveva smesso un solo istante di bruciare e si sentiva stanca.
Uomo gentile e caro, non cercare oggetti di valore, non ne abbiamo mai avuti. Utilizza tutto ciò che ti serve, ma non saccheggiarci la casa. RITORNEREMO.
Poco dopo erano in strada. Davanti ad ogni grigio palazzone della sua via, stazionava un autobus. La gente si era riversata sui marciapiedi e si affollava vicino alle porte dei mezzi. Alcune persone spintonavano e si agitavano, altre guardavano smarrite verso le proprie case.
Dopo qualche minuto, Nana e la sua famiglia riuscirono a salire sull’autobus che era stato assegnato loro.
Quando partirono, schiacciò il viso sul finestrino, mentre il suo amico Igor piangeva, perché non gli avevano permesso di portare con sé Pavlov, il suo meticcio.
Osservò gli alti palazzi diventare sempre più piccoli, gli alberi che iniziavano a mettere le prime foglie primaverili divennero in fretta puntini verdi, mentre qualcosa le diceva che Igor non avrebbe mai più rivisto il suo cane, così come lei non avrebbe mai più rivisto la propria casa.

E infine... il giveaway! Partecipate inserendo qui sotto i vostri dati, potrete vincere una copia di A Second Life tutta per voi!

a Rafflecopter giveaway

Il giveaway inizia oggi e termina domenica 9 aprile.
L'autrice contatterà il vincitore per accordarsi riguardo la spedizione del romanzo.
Condividetelo e in bocca al lupo!